Sotto accusa il presidente dell’Agenzia Ue per la sicurezza. Continua la battaglia degli «Ogm»
L’Agenzia europea per la sicurezza alimentare di Parma (Efsa) sta cercando di superare un clamoroso scivolone che ha rilanciato le pluriennali critiche degli ambientalisti sulla sua attenzione più agli interessi delle imprese agro-alimentari che a quelli dei cittadini dei 27 Paesi membri dell’Ue. Il presidente in carica, l’ungherese Diana Banati, è risultata membro del consiglio di amministrazione dell’International life sciences institute di Bruxelles (Ilsi), un organismo finanziato da industrie alimentari e delle biotecnologie. Ma a Parma hanno ritenuto sufficiente – per confermarla alla presidenza – l’annuncio delle sue dimissioni «dagli incarichi suscettibili di ingenerare un potenziale conflitto d’interessi con le attività dell’Efsa», come è stato considerato il consiglio di amministrazione dell’Ilsi Europa (collegata alla Ilsi di Washington con filiali in molte nazioni).
I movimenti ambientalisti e in particolare i sostenitori della linea a favore dei cibi naturali e anti-organismi geneticamente modificati, dall’eurodeputato francese Josè Bovè all’ex parlamentare italiano Mario Capanna, hanno gridato allo scandalo e chiesto la rimozione della Banati sostenendo che l’indipendenza dell’Agenzia Ue per la sicurezza alimentare sarebbe ormai screditata.
«L’Efsa ha il compito di assicurare ai 500 milioni di cittadini europei che i prodotti che consumano non siano pericolosi per la salute e l’ambiente – ha dichiarato il presidente del partito verde europeo Monica Frassoni -. Da anni denunciamo la parzialità dell’Efsa e i suoi legami con l’Ilsi, cui fanno riferimento 400 grandi aziende del settore alimentare. Nel luglio 2008 la signora Banati è stata nominata presidente dell’Efsa, ma attribuendosi nella dichiarazione degli interessi economico-finanziari un ruolo minore nell’Ilsi. L’Efsa ha cercato in tutta fretta di modificare la dichiarazione di interessi per porre rimedio a questa incredibile omissione».
Il consiglio di amministrazione dell’Efsa, il 21 ottobre scorso, ha confermato la fiducia alla Banati, direttrice dell’istituto ungherese per la ricerca alimentare, deplorando «l’infondatezza dei recenti attacchi all’Agenzia e al suo presidente».
A Parma hanno ribadito che «l’indipendenza scientifica costituisce uno dei cardini del sistema di valori dell’Efsa» e hanno ammesso solo che la comunicazione recentemente «è stata segnata da una certa mancanza di chiarezza». L’Ilsi Europa ha accolto «con rammarico» le dimissioni dal suo consiglio d’amministrazione della numero uno ungherese dell’Agenzia Ue e ha sostenuto che la missione dell’organismo consiste nel fornire informazioni scientifiche a chi decide sulla salute e il benessere dei cittadini e dell’ambiente: negando di svolgere in questo modo attività di lobbying.
Ma i verdi europei chiedono di rifare gli studi e di rivedere i dati finora elaborati a Parma sugli organismi geneticamente modificati perché non garantirebbero adeguata indipendenza rispetto alle multinazionali del biotech. Capanna ha ammonito che la Banati resta «un problema aperto».
fonte: Corriere Economia
1 novembre 2010