Nel 2011 si parlerà moltissimo di pensioni ma non perché il governo (qualche che sia) dovrà intervenire con nuovi ritocchi degli attuali assetti previdenziali. Se ne parlerà diffusamente perché entrano in vigore alcune delle ultime novità introdotte dal legislatore (le finestre scorrevoli, per esempio, o i nuovi limiti di età per le dipedenti pubbliche). Ma anche perché – come ha ribadito il ministro Maurizio Sacconi nell’audizione in Commissione lavoro sul “Libro verde: Verso sistemi pensionistici adeguati, sostenibili e sicuri in Europa”- l’anno prossimo sarà caratterizzato da un’ondata di comunicazioni e informazioni pubbliche sul tema pensioni.
La prima iniziativa annunciata si intitolerà “Un giorno per il futuro”, organizzato dal ministero del Lavoro e da quello dell’Istruzione insieme con le parti sociali per promuovere nelle scuole e nei posti di lavoro la «cultura della previdenza».Sarà un’iniziativa simile alla «Giornata del risparmio» – si spera magari organizzata in modo da raggiungere davvero una platea vasta di studenti e lavoratori – e servirà per far crescere la sensibilità su un tema mai del tutto entrato nella cultura collettiva. Oggetto delle iniziative di informazione e sensibilizzazine saranno la pensione obbligatoria e quella complementare, un secondo pilastro sempre più necessario per difendere il potere d’acquisto di chi andrà in pensione dopo i baby boomers e sul quale il ministro giustamente continua a premere: «Dobbiamo adoperarci per promuovere di più la previdenza complementare – ha detto – far sì che al calo dei versamenti alla previdenza complementare nel breve periodo, dovuto a ragioni strettamente economiche, non si sommi nel lungo periodo la fuga dallo strumento in quanto tale causato dal rarefarsi della fiducia dei lavoratori».
Sacconi oggi ha citato Luigi Einaudi per ricordare come i risparmiatori abbiano «memoria d’elefante, cuore di coniglio e gambe di lepre». Un atteggiamento da correggere quando ci si deve confrontare non con scelte di risparmio, appunto, ma di natura previdenziale. Davanti ai deputati Sacconi ha ovviamente ribadito il successo politico conseguito con gli ultimi interventi normativi «varati senza alcun conflitto sociale»: il coefficiente che adegua la pensione all’allungamento della vita; il collegamento della pensione all’aspettativa di vita e le finestre a scorrimento e la nuova età di pensionamento di vecchiaia delle dipendenti statali, che in n paio d’anni sarà allineata a quella degli uomini a 65 anni. Roma, almeno in quest’area di policy, è lontanissima da Parigi e dai suoi cortei di protesta. E il riconoscimento fatto ieri dal commissario Ue agli affari economici, Olli Rehn, che ha elogiato i sistemi contributivi italiano e svedese citandoli come tra i più sostenibili, vale come riprova del fatto che i passi compiuti sono davvero importanti.
Altrettanto importante, fatte e applicate le riforme, è ora informare davvero a fondo i tutti pensionandi. Senza timori né omissioni anche sugli aspetti più critici del sistema, come la progressiva leggerezza degli assegni pensionistici che verranno elargiti negli a venire o il fatto che il sistema si reggerà solo con un’economia nuovamente in crescita. Ecco perché conta moltissimo la comunicazione pubblica: sapere per decidere, diceva Einaudi. Arrivare alla pensione «attivamente informati» e non più passivamente, viene da aggiungere parafrasando il Libro bianco del ministro Sacconi che forse non a caso si intitola «la vita buona nella società attiva».
fonte: ilsole24ore.com
27 ottobre 2010