La qualità premia, anche in un momento di prudenza nei consumi, e permette di far affermare un prodotto di nicchia come il prosciutto crudo del Consorzio Veneto Euganeo (noto come prosciutto dolce di Montagnana) anche nel Meridione, in Francia, e grazie ad una prestigiosa catena di supermercati in Svizzera.
I prosciutti con il bollino del Consorzio – nato 40 anni fa – non hanno ancora raggiunto il numero di centomila pezzi usciti dagli undici prosciuttifici (tre industriali e gli altri artigianali) delle province di Padova, Vicenza e Verona. Pochissimi, come ricorda il presidente del Consorzio Giannantonio Visentin del prosciuttificio Le Crossare di Pressana: «La selezione parte dall´allevamento-minimo per nove mesi. La qualità è omogenea».
PRODOTTO DI ÉLITE. È un prodotto di élite, come anche il mercato (Milano e Roma in testa, con gastronomia e ristorazione, dopo il Veneto, con diffusione anche nei supermercati) conferma. Un censimento dell´Asl di Legnago, infatti, ha accertato che la regione con 180.000 suini produce annualmente 360.000 cosce e quindi solo quasi una su quattro diventa Dop. Una piccola Dop a fronte dei colossi Parma e San Daniele che, insieme, superano i 10 milioni di pezzi. Nulla a confronto dei non certificati, che per due-terzi sono di provenienza estera.
Visentin è intervenuto a conclusione del meeting del Lions Club di Legnago, insieme a Giovanni Rana, che ha illustrato il potenziale della cucina italiana in Usa, grazie anche al suo ristorante a New York e alla fabbrica di Chicago. L´incontro era dedicato ad approfondire il ruolo della storica cucina mitteleuropea popolare e di quella dei nobili e alto clero, con le assonanze con i piatti di oggi, ma anche l´evoluzione della cucina veneta, passata da quella povera del dopoguerra a quella più affinata e raffinata di oggi, che coniuga tradizione e attenzione alla qualità e alle calorie
L’Arena – 10 dicembre 2012