L’Ausl avverte i cacciatori e i consumatori dopo il ritrovamento di una volpe con la trichinellosi. Gli esperti: la malattia circola ancora tra la fauna selvatica
OTTONE – Un caso di trichinellosi in una volpa abbattuta a Ottone Soprano. È di questi giorni il riscontro, da parte del laboratorio dell’Istituto zooprofilattico di Piacenza, della presenza nell’animale di una malattia che può infestare i mammiferi, uomo compreso.
La volpe, uccisa nell’ambito dei piani provinciali di contenimento della specie, era un esemplare di maschio adulto apparentemente in ottime condizioni di nutrizione. Il caso testimonia che la trichinellosi circola ancora tra la fauna selvatica e può essere potenzialmente trasmessa ad altre specie di interesse venatorio, come il cinghiale, e da queste, attraverso il consumo di carni crude o poco cotte, agli esseri umani.
L’invito degli esperti è dunque importante e fermo: «La presenza della trichina nella nostra provincia – spiega Carlo Fea, direttore dell’unità operativa Sanità animale dell’azienda Usl di Piacenza – rende ancora più impellente l’obbligo di sottoporre ad analisi tutti i cinghiali cacciati, prima del loro consumo alimentare, in quanto potenziali ospiti del parassita».
«Gli esami di laboratorio condotti sui campioni prelevati dalla volpe – evidenzia Norma Arrigoni, direttore dell’Istituto zooprofilattico – hanno evidenziato la presenza di larve di trichina all’interno dei muscoli. Il materiale è stato inviato all’Istituto superiore di sanità per la tipizzazione».
Le ultime segnalazioni della malattia risalgono a due casi, rispettivamente in provincia di Modena nel 2010 e Reggio Emilia nel 2008. A queste due riscontri positivi, in Emilia Romagna se ne è aggiunto un terzo, due anni fa: il parassita era stato rilevato in un cinghiale in provincia di Bologna.
«È per noi essenziale – aggiunge Fea – conoscere lo stato sanitario della fauna selvatica. Il piano di monitoraggio, attuato con il supporto del settore di Tutela faunistica dell’Amministrazione provinciale, ci permette di tenere sotto controllo tutta una serie di malattie, alcune delle quali pericolose per l’uomo, come trichinellosi, rabbia, tularemia, brucellosi e tubercolosi. Tutto questo non sarebbe possibile senza la fattiva collaborazione dei cacciatori».
La volpe infetta conferma la circolazione della trichina nel territorio. Questo non deve però far scattare nessun allarmismo. La Sanità animale dell’Ausl coglie l’occasione per porre l’accento sulla necessità di far controllare tutti i cinghiali cacciati: «Vanno analizzati – ribadisce il veterinario – prima del loro consumo alimentare, in quanto potenziali ospiti del parassita».
30/11/2012 La Liberta