Ci sono date che pesano più di altre. E quelle legate alla vicenda della riscossione dei bolli auto finita al centro delle indagini della procura di Torino sono macigni. «La vicenda va commentata con un calendario alla mano», fa notare il consigliere democratico Piero Ruzzante sottolineando che Lega e Pdl hanno deliberatamente ignorato tutti i segnali che facevano presumere una conclusione giudiziaria della vicenda Gec.
Giovedì mattina infatti la procura di Torino ha ordinato l’arresto di quindici persone per corruzione, concussione, associazione a delinquere e turbativa d’asta. Nell’operazione sono stati effettuati anche tre arresti in Veneto: il responsabile dell’ufficio tributi della Regione Veneto Lucio Fadelli (accusato di turbativa d’asta) che avrebbe adattato il bando di gara per permettere la vittoria della società di riscossione Gec di Cuneo (i cui vertici sono tutti finiti in carcere), il direttore per il Triveneto della Engineering di Padova Antonio Rigato e un dipendente della Gec Matteo Catto che alloggiava in un albergo di Venezia. «Ce ne siamo accorti noi dalle fila dell’opposizione che c’era qualcosa che non andava nel bando regionale — interviene Franco Bonfante (Pd) che a febbraio scorso ha firmato la mozione per fermare la gara per l’assegnazione della riscossione dei bolli auto — possibile che la maggioranza non si sia resa conto di quello che succedeva fino a ieri?».
In effetti, basta mettere in fila le date sottolineate dai due esponenti del Pd per avere qualche dubbio su come gli attuali vertici regionali abbiano gestito la questione fin dall’inizio. Cominciamo dal 29 dicembre del 2011 quando la gara d’appalto della Regione Veneto viene pubblicata anche se otto giorni primi il Tar di Torino aveva annullato lo stesso tipo di bando con cui la Regione Piemonte aveva assegnato la riscossione dei bolli auto alla Gec di Cuneo. «E continuiamo con la nostra mozione presentata il 24 febbraio — dice Bonfante — per arrivare fino al 19 aprile quando il consiglio regionale ha bocciato la nostra richiesta di fermare il bando». «La nostra mozione è stata bocciata in consiglio dopo che Zaia aveva già ricevuto una lettera anonima a fine marzo, dopo che c’era stato un ricorso al Tar del Veneto da parte delle stesse società che avevano vinto in Piemonte contro la stessa società che aveva perso», rincara la dose Ruzzante che chiosa caustico: «Ma quando Zaia ha ricevuto la segnalazione sulla vicenda Gec non poteva informare anche i consiglieri regionali invece che limitarsi ad avvisare di nascosto da tutto e da tutti la procura?». I sospetti del Pd che portano Ruzzante e Bonfante a concludere che «ci sono gravissime responsabilità politiche di Zaia e Ciambetti perché i buoni amministratori non ignorano i segnali che ricevono» si rafforzano a causa della delibera della giunta del 20 marzo del 2012 con cui il presidente Luca Zaia ha affidato all’avvocatura della Regione il ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar di Venezia che annullava il bando di gara per la riscossione dei bolli auto perché ha «requisiti illogici e richieste ingiustificate». «Questa vicenda fa perdere fiducia nelle istituzioni — commenta il presidente dell’Adico, associazione difesa consumatori, Carlo Garofolini — i cittadini subiscono la crisi, fanno i salti mortali per essere in regola e poi scoprono che chi dovrebbe fare i loro interessi pensa solo al tornaconto personale»
«Quel ricorso l’ho presentato io perché l’avvocatura riferisce al mio assessorato — ribatte il vicepresidente Marino Zorzato — ma la Gec in questo caso non c’entra nulla. Si trattava di un ricorso per difendere il bando della Regione come si fa sempre in questi casi». A sentire Zorzato infatti è ordinaria amministrazione che la Regione difenda i suoi atti fino all’ultimo grado di giudizio (la sentenza del consiglio di stato deve ancora arrivare) e il bando della riscossione dei bolli regionali non fa eccezione. «Ne presentiamo decine di questi ricorsi dell’avvocatura — conclude Zorzato — Fino all’altro giorno non sapevo neanche che esistesse una società di nome Gec». Eppure il capogruppo dell’Idv Gustavo Franchetto aveva già lanciato un campanello d’allarme nel 2008 nel periodo in cui la Regione Veneto e la Regione Piemonte al tempo guidate dal Pdl Giancarlo Galan e dalla Pd Mercedes Bresso stavano stringendo l’accordo per la gestione unitaria delle riscossioni dei bolli auto. «È molto antipatico dire che l’avevamo detto. Però in questo caso l’avevamo detto fin dal 2008», puntualizza Franchetto che quattro anni fa ha presentato un’interrogazione contraria alla esternalizzazione del servizio di riscossione dei bolli.
Alessio Antonini – Corriere del Veneto – 1 dicembre 2012