Il governo ha inserito in bilancio i crediti da riscuotere. Manzato: «Le aziende chiuderanno». Coldiretti: «Logico che finisse così, una parte politica ha ostacolato la giustizia»
È evidente: il latte è roba che scotta a prescindere dalle tazze bollenti delle colazioni invernali. Perché a breve gli allevatori veneti che in passato hanno sforato le quote di produzione imposte dall’Europa (e che finora non sono mai voluti scendere a compromessi) riceveranno direttamente una visita degli uomini di Attilio Befera. Nel decreto Stabilità infatti il governo ha deciso di inserire alla voce entrate anche i 720 milioni di crediti vantati nei confronti degli allevatori multati e di riaffidare le cartelle esattoriali a Equitalia che nel 2011 era stata estromessa dalla riscossione in seguito a una serie di incidenti tra gli agenti del credito e i cosiddetti milk warriors. Immagini destinate a ripetersi visto che in Veneto ci sono ancora 300 sforatori che si sono opposti a ogni mediazione e 4000 allevatori che, a causa della crisi, probabilmente non riusciranno a pagare la rata della multa accordata con l’Agea, l’ente del ministero dell’Agricoltura preposto ai pagamenti e incaricato delle riscossioni.
«Non dico che non si debbano pagare le multe per gli sforamenti – interviene l’assessore all’Agricoltura Franco Manzato – ma facendo così, cioè affidando il credito a Equitalia, una serie di aziende già piegate dalla crisi saranno costrette a chiudere. C’era ancora spazio per una mediazione. Non si risolvono i problemi facendo chiudere le aziende». Eppure la scelta del ministro dell’Agricoltura Mario Catania pare sia proprio legata al «troppo tatto» usato finora dall’Agea. L’Agea infatti non avrebbe mai voluto calcare la mano perché – dicono le malelingue – è «imbottita di dirigenti in quota alla Lega, da sempre vicini agli allevatori». «Noi come Avepa – ribatte Fabrizio Stella, direttore dell’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura (in quota Pdl) – abbiamo finora avuto un ruolo tecnico e le riscossioni non ci competevano. A noi l’Agea comunica la lista dei crediti vantati e noi procediamo a vincolare le cifre degli allevatori morosi». In pratica, visto che ogni anno gli allevatori ricevono un finanziamento europeo per ogni capo di bestiame posseduto (in Veneto sono stati distribuiti 160 milioni di euro per circa 90 mila imprenditori agricoli), i trecento sforatori si vedevano trattenere alla fonte il contributo che veniva scalato per compensazione dal loro debito con il ministero dell’Agricoltura.
«Non spetta a noi intervenire nel merito – continua Stella -ma il governo sappia che il comparto è già in ginocchio a causa degli aumenti delle materie prime e del calo dei consumi e che questa scelta potrebbe avere conseguenze drammatiche per il settore zootecnico». L’anno prossimo infatti la lista di chi farà visita agli allevatori è destinata ad allungarsi. A controllare le stalle non ci saranno solo gli uomini di Equitalia, ma anche le forze dell’ordine perché le indagini della procura di Milano nei confronti di alcuni produttori, sospettati di aver dato una parte dei finanziamenti europei ad alcuni politici che li avrebbero protetti, continua per la sua strada. «Questa è una brutta pagina per l’agricoltura – aggiunge il presidente di Coldiretti Vicenza che ha in casa la maggior parte dei trecento sforatori irriducibili – Negli anni ci sono state aperture su aperture da parte di Alemanno e di Zaia, allora ministro dell’Agricoltura. Era logico che sarebbe finita così anche se una parte politica ha continuato a ostacolare la giustizia. A me spiace se qualche azienda dovrà chiudere, ma bisogna stabilire un principio di legalità o sprofonderemo tutti in un’anarchia generale che non lascerà posto a nessuno».
Corriere del Veneto – 23 novembre 2012