«E’ giunto il momento di chiudere con le parole a vanvera, i litigi, le dichiarazioni non supportate da fatti. C’è un unico modo di risolvere l’affaire Capua, andare a Roma e far intervenire direttamente il ministero della Salute». Antonio De Poli, parlamentare dell’Udc e componente della Commissione Sanità alla Camera, è stanco del tira e molla che vede protagonisti, loro malgrado, la virologa Ilaria Capua e il suo staff.
Come uscirne? La sua ricetta ha tre “semplici” ingredienti: un colloquio con il ministro della Salute Renato Balduzzi, una chiacchierata con il direttore del dipartimento ministeriale della Programmazione sanitaria Filippo Palumbo, e per finire un confronto con Romano Marabelli, numero uno della sanità veterinaria su scala nazionale. De Poli ha deciso di cambiare le carte in tavola: ha rovesciato la prospettiva, partendo da un unico presupposto. «Il problema è sul tavolo da mesi e stiamo perdendo tempo. Se la Regione non riesce a uscire dall’impasse, per sbrogliare questa matassa voglio rivolgermi ad un interlocutore che non può che fornirmi risposte immediate, il ministero della Salute. La mia visita allo Zooprofilattico è stata dettata da una sola motivazione: da una parte conoscere le istanze della dottoressa Capua, dall’altra capire l’origine di queste presunte remore al suo trasferimento da parte dello Zooprofilattico». Il centrista i ha sentito le due “campane”: prima ha parlato con il direttore generale Igino Andrighetto e con Giuseppe Dalla Pozza, presidente del consiglio di amministrazione dell’ente pubblico, poi con la stessa Capua. Un’ora e mezza di colloquio a viso aperto è stata sufficiente per avere un quadro nitido del garbuglio amministrativo: «Lo Zooprofilattico non vuole trattenere la virologa per ripicca nei confronti di chicchessia. Si tratta di una delicata questione di finanziamenti, che al momento, tra l’altro, non ci sono. I fondi che sarebbero necessari al trasloco di Ilaria Capua sono stati richiesti con vincolo di destinazione». De Poli tra le righe fa capire che si tratterebbe di una piroetta amministrativa degna di un acrobata “girare” ad un istituto di ricerca di fatto privato (anche se legato a doppio filo con il servizio sanitario nazionale e l’ateneo padovano) fondi già deliberati per realizzare laboratori all’interno di un ente pubblico. «Ma dal canto suo capisco bene Ilaria Capua ed il suo desiderio di potenziare le proprie linee di ricerca. Andrò dal ministro a caccia di una soluzione». Gli fa eco Alfio Capizzi, coordinatore del partito padovano: «L’Udc ha preso di petto la questione per fare chiarezza: intanto abbiamo scoperto che attualmente Ilaria Capua non ha la valigia in mano, non vuole lasciare l’Italia. Il prossimo passo sarà smascherare Zaia per fare emergere le sue bugie».
Il Mattino di Padova – 20 novembre 2012