Non ci saranno i previsti tagli lineari del 10% nei trasferimenti alle Regioni per i beni e servizi della Sanità: è quanto prevede un emendamento alla legge di stabilità approvato dalla commissione Bilancio della Camera.
Le Regioni avranno quindi maggiori margini per scegliere dove tagliare e quindi avere margini di manovra nell’ambito della spending review.
Nella proposta di modifica, che vede come primo firmatario Roberto Occhiuto (Udc), si prevede di «salvaguardare i livelli essenziali di assistenza con specifico riferimento alle esigenze di inclusione sociale». L’equilibrio finanziario dovrà essere garantito, anziché con il taglio lineare del 10%, con «misure alternative».
Diventa più soft la stretta sugli acquisti di mobili e arredi perla pubblica amministrazione. Così come si allenta il divieto imposto sempre a tutte le Pa di acquistare immobili o stipulare contratti di locazione: gli enti previdenziali, pubblici e privati, per il 2013 saranno infatti esclusi.
Le due misure fanno parte del pacchetto di modifiche finora approvate alla legge di stabilità in commissione Bilancio e che alleggeriscono, anche se solo parzialmente, gli acquisti targati Pa. Tra gli emendamenti che hanno già incassato il sì c’è anche quello che rifinanzia l’attività istituzionale dell’Autorità di garanzia sugli scioperi nei servizi pubblici essenziali dopo l’appello del suo presidente, Roberto Alesse, che nei giorni scorsi aveva denunciato il definanziamento dell’Authority. In pista anche una mini-rimodulazione delle risorse che dovranno rimpinguare il Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico. Per quanto riguarda lo “shopping” della Pa le modifiche approvate prevedono che il limite del 20% sugli acquisti di mobili e arredi non sarà più rapportato alla spesa del 2011. Ma a una media calcolata anche con il 2010. La stretta, che vale per il 2013 e il 2014, scatterà solo per tutti gli uffici pubblici inseriti nel conto economico della pubblica amministrazione, incluse le Authority. Sarà comunque possibile procedere all’acquisto nel caso in cui questo sia «funzionale alla riduzione delle spese connesse alla conduzione degli immobili». In questo caso, però, il collegio dei revisori dei conti o l’ufficio centrale del bilancio dovrà verificare preventivamente i «risparmi realizzabili». Resta, comunque, sempre valida la “minaccia” che prevede la «responsabilità amministrativa e disciplinare» dei dirigenti che violeranno i paletti previsti. Infine tra le modifiche si segnala anche quella che esclude per il 2013 gli enti previdenziali, pubblici e privati, dal divieto imposto a tutte le Pa di acquistare immobili a titolo oneroso e di stipulare contratti di locazione passiva. Tra gli acquisti esclusi dal divieto ci sono anche le «operazioni» destinate a soddisfare le esigenze «allo-cative» sul fronte dell’edilizia residenziale pubblica. Operazioni, queste, per le quali non scatteranno le condizioni di «documentata indispensabilità e indilazionabilità», previste dal 2014 per gli acquisti di immobili da parte degli enti territoriali e di Asl e ospedali.
Il Sole 24 Ore – 12 novembre 2012