Non ci sta, Igino Andrighetto, a fare la parte del «cattivo» nella storia infinita del trasferimento della virologa Ilaria Capua dall’Istituto zooprofilattico delle Venezie, che lui dirige, alla torre della ricerca di Padova.
Parliamo del più grande centro europeo per lo studio delle neoplasie infantili, pronto a ospitare 450 scienziati tra cui la veterinaria e il suo Dipartimento di Scienze biomediche comparate, che lavorano sulle malattie trasmesse all’uomo dagli animali.
Dopo due anni di passione, martedì il governatore Luca Zaia ha annunciato, arrabbiato, lo stop all’operazione imposto dallo stesso Andrighetto, perchè la torre non potrebbe soddisfare le esigenze di spazi e attrezzature avanzate dalla stessa Capua. «Non ho nulla contro il trasloco della ricercatrice, eseguo solo quello che ha deciso il cda dell’Istituto (composto da Veneto, Friuli, Trento, Bolzano e un delegato del ministero della Salute, ndr) — dice Andrighetto —. Sono un tecnico, che ha cercato di fare da collante tra lo Zooprofilattico e la Regione (pronta a comprare i laboratori per la scienziata con una spesa di 3 milioni, ndr), mi sento a disagio nella parte del colpevole. Anzi, spero che davvero Zaia abbia in serbo altre cartucce per risolvere il problema. Io credo nel progetto della Città della Speranza, ma non posso decidere da solo nè si possono forzare le cose se mancano i presupposti per consentire alla direttrice del Dipartimento di Scienze biomediche di lavorare ad alto livello, come ha sempre fatto all’interno della nostra struttura. Non sono fautore nè del no nè del sì al suo passaggio nella torre, ho fatto solo il mio dovere di direttore generale dello Zooprofilattico, che non ha potere assoluto, perchè le decisioni spettano al cda».
tratto dal Corriere del Veneto – 8 novembre 2012