«Siamo entrate grazie alla Commissione Pari Opportunità, quindi a maggior ragione ci siamo impegnate su questo fronte fin da subito. Incontrando però nella Compagnia una grande sensibilità rispetto alle quote rosa nonostante non abbia obblighi di legge per promuovere le donne sia nelle nomine sia nelle carriere: farlo è una sua libera scelta».
Parola di Patrizia Polliotto, titolare di uno studio legale e componente del comitato di gestione della fondazione guidata da Sergio Chiamparino. Ma le quote rosa – obbligatorie per le società quotate – potrebbero spalancare per lei e per la Bima, notaio, le porte di Intesa Sanpaolo. IN VISTA del rinnovo dei vertici dell’ istituto bancario Sergio Chiamparino, Giuseppe Guzzetti (cioè i primi due azionisti) e Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di Sorveglianza già confermato a voce per un altro mandato, dovranno tener conto anche di questa variabile. E Torino potrebbe offrire per i due consigli proprio Caterina Bima (che in passato è stata sia nel consiglio e sia nella giunta della Compagnia) e Patrizia Polliotto. Ma qualche chance, soprattutto per il curriculum, ce l’ ha un’ altra consigliera della fondazione di corso Vittorio: Daniela Del Boca. Senza dimenticare Maria Caramelli, direttrice dell’ Istituto zooprofilattico, appena entrata nel parlamentino della Compagnia. Poi ci sono alcune outsider, nomi che si spendono in questi giorni nelle stanze della politica e dell’ economia senza che ci sia una concreta certezza sul loro eventuale ingaggio: da Licia Mattioli, neo presidente degli industriali a Francesca Giubergia (gruppo Ersel). Ma sull’ asse Torino-Milano dovrà essere dipanata un’ altra matassa sebbene lo stesso Bazoli non più di una settimana fa l’ abbia data già per risolta: la scelta del presidente del Consiglio di gestione di Intesa. L’ indiziato numero uno è Gian Maria Gros Pietro, ex manager di società come Iri e Atlantia e oggi vicepresidente nella squadra di Chiamparino, ma da sempre indicato come possibile successore di Andrea Beltratti, attuale numero uno nel consiglio che, peraltro, con la nuova governance vedrà Enrico Cucchiani e i suoi manager in una posizione sempre di maggior forza. A completare la squadra dei torinesi nei due consigli dovrebbero esserci Gianfranco Carbonato, presidente di Confindustria Piemonte (per il quale si ipotizza una vicepresidenza all’ ombra di Bazoli) e l’ economista Pietro Garibaldi (attuale vice). Nel Consiglio di gestione resta da capire chi Cucchiani sceglierà tra i suoi manager per rafforzare (e condizionare) il peso del management nelle strategie della banca: i potenziali torinesi sono due Luigi Picca o Massimo Tessitore, di fresca nomina. Da una fondazione all’ altra. In via XX Settembre, sede storica della Crt, si preparano a un doppio giro di valzer: cambiano sia il consiglio di indirizzo, sia il consiglio di amministrazione. Ma per il primo organo non ci sono vincoli per la rielezione: e così un buon numero degli attuali membri saranno riconfermati (probabilmente i due giovani scelti dalla Provincia Alberto Bertone e Enrico Grosso) in un mix che pur non dimenticando il rinnovamento tiene in considerazione la preparazione e il curriculum di alcuni consiglieri uscenti (Franco Garelli per esempio). Ma anche qui si vedrà di dare più spazio alle donne sebbene non esista alcun vincolo: alle quasi certamente riconfermate Cristina Giovando (indicata dalla Camera di commercio di Torino) e Elda Tessore (nella terna del Comune) si aggiungeranno altri nomi (torna in pista quello di Anna Maria Poggi, ex preside di Scienze della Comunicazione e in corsa per sostituire Pelizzetti come rettore dell’ università). Se ne capirà di più quando al segretario generale Lapucci saranno arrivate le lettere di risposta dagli enti coinvolti nell’ operazione rinnovo degli organismi della Crt: da via XX Settembre le lettere sono partite il 24. Tempo concesso: un mese. Sembra comunque tramontata l’ ipotesi di dimissioni anticipate di Andrea Comba, attuale presidente, per far spazio al notaio Antonio Marocco, numero uno in pectore. Dunque sarà Comba a guidare il consiglio di indirizzo (ha infatti anche questa carica) nella scelta degli otto consiglieri da cooptare e nel decidere i nomi degli altri sedici tra le terne che i vari enti locali proporranno (ha “bruciato” tutti la Provincia di Asti: la Armosino prima di dimettersi ha mandato la sua coppia di candidati). Del cda, invece, l’ unico candidato a rimanere è Fabio Corsico, che è entrato a stagione in corso e dunque è ancora rieleggibile. Per uno dei vicepresidenti, Giovanni Quaglia, invece, sembra prospettarsi un trasloco a Milano: in piazza Cordusio. Come consigliere (ma c’ è chi prospetta una vicepresidenza) in Unicredit, banca di cui la fondazione Crt è uno dei maggiori azionisti.
Repubblica Torino – 8 novembre 2012