Montecchio: l’animale viene investito ma la veterinaria presente non può curarlo. Le regole impongono l’intervento del medico dell’Ausl, arrivato dopo due ore
MONTECCHIO. «Come è possibile che un veterinario, libero professionista, non possa prestare il primo soccorso a un animale selvatico investito da un’auto? É giusto far soffrire l’animale per due ore in attesa dell’ Asl? Ma noi per cosa abbiamo studiato? Per vedere soffrire gli animali in attesa che l’iter burocratico si muova?».
Sono i pesanti interrogativi che arrivano da Annunziata Salines, medico veterinario, e dalla sua assistente Martina Pirondi. Dopo che, di fronte a un capriolo investito, non sono potute intervenire per soccorrerlo.
I fatti risalgono a lunedì, sulla provinciale 12 in località Rampata, a Montecchio.
Verso le 17.40 un’auto ha involontariamente investito l’animale, una femmina di pochi mesi. L’investitore si è subito fermato, così come altre due auto. Tra cui quella delle due veterinarie.
«Io e la mia assistente stavamo transitando. Sulla stada abbiamo visto il capriolo a terra che scalciava fino a riuscire ad alzarsi e scappare nel campo attiguo alla strada, ci siamo fermate per soccorrere l’ animale – racconta la veterinaria – L’abbiamo catturato nel campo e portato vicino alla macchina per prestargli i primi soccorsi. Il signor Panizzi (un altro automobilista che si è fermato, ndr) ha telefonato subito al 118, che ci ha messo in contatto con Ivano Chiapponi, responsabile del centro recupero animali selvatici di San Polo, il quale ha allertato il veterinario dell’Asl, in questo caso di Montecchio».
«Abbiamo cercato di tranquillizzare l’animale coprendola con una coperta e confortandolo “a parole”, perché l’iter burocratico vieta a noi veterinari liberi professionisti di prestare il primo soccorso ad animali selvatici – racconta – Dopo un’ora circa è arrivato Chiapponi, che ci ha aiutato a tranquillizzare l’animale. Anche lui era molto dispiaciuto di dover aspettare il veterinario dell’ Asl vedendo l’animale soffrire e non potendo far niente. Quest’ultimo è arrivato dopo quasi due ore dalla chiamata».
Purtroppo, l’animale è morto in seguito ai traumi riportati.
Ma l’interrogativo che ora si pongono l’investitore che prontamente si è fermato per soccorrere l’animale, Francesco Pulvirenti, e la veterinaria Salines riguarda la burocrazia. Dopo che hanno visto l’animale ferito agonizzare e non hanno potuto intervenire.
«Non sappiamo se quel tenerissimo animale, se prontamente soccorso e curato, sarebbe ancora vivo, ma se anziché di un capriolo si fosse trattato di un uomo e trovandosi sul posto un medico, se quell’ipotetico dottore non avesse prontamente soccorso il ferito, si sarebbe trattato certamente di “omissione di soccorso”, reato punito penalmente per chi lo commette. Un medico potrebbe finanche essere radiato dall’albo – fanno notare – Oggi ci chiediamo perché per gli animali non è così? Perché il cucciolo di capriolo non ha potuto subito e repentinamente ricevere aiuto medico e soccorso dalla veterinaria che spontaneamente si era offerta di darlo? Forse anche gli animali sono vittime di una burocrazia lenta, molto lenta e spesso illogica».
La Gazzetta di Reggio – 4 novembre 2012