Voto annullato, confermato il verdetto già espresso dal Tar. Come dieci anni fa. La storia si ripete in Molise, ma stavolta, rispetto a quanto accadde nel 2001 (quando il presidente eletto del centrosinistra fu defenestrato da un ricorso del centrodestra) è il governatore del Pdl, Michele Iorio, a dover fare le valige per effetto di un ricorso dell’opposizione.
Il verdetto definitivo sul voto dell’ottobre 2011 è arrivato stamattina dai giudici del Consiglio di Stato: confermata la sentenza emessa dal Tar del Molise nella scorsa primavera, il voto è annullato e si torna alle urne. Da rifare dunque la consultazione che fu vinta al fotofinish da Michele Iorio, con poco meno di mille voti di vantaggio sullo sfidante del centrosinistra, Paolo Frattura. Proprio il centrosinistra aveva presentato ricorso contestando vizi formali nella presentazione delle liste del centrodestra.
Istanze accolte per vizi di forma riscontrati nelle firme per la presentazione delle liste di Molise Civile e Udc. Firme ripetute, presentazioni sbagliate, fogli volanti, documenti mancanti, nomi errati. In tutto circa 19mila voti assegnati a chi non poteva essere candidato. Sono queste le irregolarità che hanno portato il Consiglio di Stato a confermare il verdetto del Tar.
I vizi di legittimità riscontrati nella controversia relativa alle elezioni molisane – scrivono i giudici di Palazzo Spada nella sentenza – hanno investito non solo l’elezione del presidente, ma anche, ed in primis, quella dei componenti l’organo consiliare, nelle sue due componenti elette con metodo proporzionale e maggioritario. Nel dettaglio, sia per la lista di Molise civile e sia per la lista dell’Udc, il numero delle firme necessarie per presentare le candidature era sotto la soglia di legge.
In Molise a questo punto si apre subito la campagna elettorale visto che le nuove elezioni potrebbero tenersi già tra gennaio e febbraio. Il governatore Michele Iorio appena appresa la decisione dei giudici ha annunciato che non si arrendera’: «È una ingiustizia – dice – i molisani hanno scelto me e nessuna sentenza può negarlo. Mi ricandiderò alla presidenza della Regione. Ma il Pdl su questa ipotesi si spacca. «Sono da evitare fughe in avanti e riproposizioni di ruoli personali», risponde il coordinatore regionale del partito, il senatore Ulisse Di Giacomo.
Dal canto suo il leader del centrosinistra Paolo Frattura, promotore dei ricorsi (presentati poi attraverso dei cittadini elettori) è invece raggiante: «È un momento importante che ha sancito l’ingiustizia, o meglio le incongruenze del risultato elettorale di un anno fa. Poi si dice pronto a ricandidarsi anche attraverso le primarie. Soddisfatto infine anche il politico molisano più noto: «Le bugie e le illegalità hanno le gambe corte, giustizia è fatta», sentenzia Antonio Di Pietro.
La Stampa – 30 ottobre 2012