Da tempo l’Uniceb, l’associazione che riunisce i commercianti di bestiame e carni bovine, manifesta le forti preoccupazioni del settore per come sta prendendo corpo la riforma della Pac.
Il 16 ottobre una delegazione dell’Uniceb, guidata dal presidente Renzo Fossato, ha ottenuto un’audizione presso la Camera dei deputati per dettagliare le motivazioni alla base delle preoccupazioni degli operatori del settore. In particolare si è posto l’accento sugli effetti devastanti della futura Pac in mancanza di una adeguata compensazione degli allevatori con premi accoppiati. “Un paese come il nostro – ha precisato il presidente Fossato – ha il dovere di mantenere un tasso di auto approvvigionamento almeno pari all’attuale livello del 55% e ciò può essere ottenuto solo tenendo conto della necessità di una integrazione al reddito per coloro i quali ingrassano i bovini e producono carni di vitello, mantenendo in tal modo attiva l’intera filiera che senza materia prima rischierebbe di vedere compromessa la possibilità di proseguimento dell’attività: se una stalla chiude, è stato più volte sottolineato non avrà più possibilità di riaprire perché gli investimenti necessari sono troppo elevati e in nessun modo recuperabili con la sola attività di allevamento”.
Peculiarità italiane
La qualità del prodotto italiano, è stato poi evidenziato nel corso dell’audizione, potrebbe favorevolmente trovare riscontro anche all’estero qualora il settore fosse coadiuvato da una politica che rendesse più agevoli gli accordi per l’apertura di nuovi mercati. A conclusione dell’incontro Uniceb ha affidato ad un suo comunicato il compito di manifestare il proprio impegno nel mettere al centro dei dibattiti sulla riforma della Pac in ambito nazionale l’importanza di considerare la zootecnia quale comparto prioritario e del tutto peculiare rispetto alle altre produzioni agricole.
Fonte: Uniceb – 22 ottobre 2012