Coi nuovi tagli alla sanità di 1,5 mld con la legge di stabilità, sarebbe meglio accantonare l’esame del provvedimento perché sarebbe impossibile riorganizzare la medicina territoriale e garantire la continuità assistenziale h24. A dirlo è Livia Turco co-relatrice sul decreto sanità.
“La sanità ha già dato e il paventato taglio di oltre un miliardo sarebbe un colpo inaudito per il Ssn oltreché incoerente con i recenti provvedimenti del Governo”. A dirlo è l’esponente del partito democratico Livia Turco, relatrice in Commissione Affari Sociali della Camera sul Dl Balduzzi.
“Se fossero confermate queste indiscrezioni – ha aggiunto la Turco – sarebbe meglio accantonare i lavori del decreto perché è evidente che per colpa dei tagli sarebbe impossibile riorganizzare la medicina territoriale e garantire una continuità assistenziale h24 per tutta le settimana su tutto il territorio nazionale, né si potrebbero evitare gli errori in campo medico e promuovere maggiore sicurezza per i pazienti, per non parlare dell’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza. Senza questi aspetti – conclude la Turco – il decreto sarebbe di fatto svuotato. Tanto vale allora interromperne la discussione”.
D’accordo con la collega di partito è Ignazio Marino che invita il Pd ad opporsi all’ennesima “legge che impoverisce la sanità pubblica e ne ferisce gli operatori”, non votando quindi eventuali ulteriori tagli al Ssn.
“I nuovi tagli alla sanità previsti dalla legge di stabilità non si possono votare – spiega Marino –. Il Partito Democratico non può sostenere l’ennesima legge che impoverisce la sanità pubblica e ne ferisce gli operatori. Dopo 21 miliardi di tagli, aggiungere altri 1,5 miliardi significa dare l’impulso per il tracollo definitivo”.
“Nelle Regioni più ricche – ricorda Marino –, gli ospedali pubblici offrono un’assistenza di buon livello solo per l’abnegazione di medici, tecnici e infermieri: manca il sapone nei bagni, l’acqua potabile per il personale che fa il turno di notte e addirittura, nei casi più gravi, si finisce per rimandare a casa i pazienti che soffrono per un tumore, perché mancano i farmaci chemioterapici”.
“Se il Governo vuole percorrere la strada già progettata in passato da Silvio Berlusconi – conclude Marino – e distruggere il Servizio Sanitario Nazionale fino ad arrivare ad una sanità privata sul modello americano, lo dica chiaramente. I cittadini non ne possono più e il Paese non lo accetterà”.
Quotidianosanita.it – 9 ottobre 2012