“Un giudice che ordina di segregare due cani che vivono in casa ed allontanarne un terzo dal cortile di una fattoria semplicemente perchè abbaiando fanno il loro dovere di segnalare gli estranei non si era mai visto.
Eppure in questa Italia dove ogni giorno si combatte per ampliare i diritti degli animali succede anche questo. Il fatto è accaduto alla signora Paola Pagani di Venegono Inferiore in provincia di Varese che nei giorni scorsi si è vista ordinare dal giudice Nicola Cosentino la:” cessazione immediata delle immissioni acustiche provenienti dai cani di loro proprietà;rimozione del cane posto all’interno della gabbia nel cortiole e sua collocazione al di fuori del cortile e a distanza dalle finestre dei ricorrenti tale da eliminare le immissioni sonore durante il giorno e la notte,restrizione dei cani lasciati fino ad oggi liberi all’interno di spazi altrettanto lontani dal cortile e dalle predette finestre” La decisione del giudice in accettazione del Procedimento cautelare iscritto al n. r.g. 2056/2012 promossa da una coppia di vicini della signora Pagani che sarebbero disturbati dall’abbaiare dei cani ha sollevato le ire e le proteste dell’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente che denuncia come tale provvedimento sia da considerare inaccettabile in quanto non solo considera i cani come degli oggetti di cui ordinare la rimozione ma che non tiene conto assolutamente di quelle che sono le normative previste dalle leggi di tutela degli animali. “Ordinare la restrizione di un cane va contro quelle che sono le normative previste dalle leggi di tutela degli animali di affezione che prevedono l’obbligo di tenere i cani ed i gatti in ambiti idonei- ci dice Lorenzo Croce presidente nazionale di AIDAA- cosi come ordinarne l’allontamento coatto significa indurre il proprietario dell’animale ad abbandonarlo, ma è tutta da verificare anche la sussistenza della motivazione del disturbo della quiete e del riposo che sta alla base della decisione del giudice varesino. Infatti- sostiene Croce- con la sentenza della Suprema Corte del 5 novembre 2007 numero 40502 si stabilisce che non si può ritenere configurabile il reato di disturbo delle occupazioni o del riposo delle persone nel caso in cui ad essere disturbata sia una sola persona in quanto l’articolo 659 del codice penale che tutela il riposo delle persone presuppone che l’attività rumorosa sia potenziamente idonea ad arrecare disturbo al riposo ed all’occupazione di un numero indeterminato di persone, e non ci pare proprio questo il caso di tre cani che abbaiano al passar della gente dal cortile di una fattoria”. AIDAA dunque non solo ritiene inaccettabile quanto contenuto nel provvedimento emesso dal tribunale di Varese ma affiancherà la signora Pagani Paola in ogni attività di tutela del suo diritto a tenere i cani, e sopratutto i cani a poter vivere tranquillamente la loro vita negli spazi attualmente occupati e non certo ad essere costretti segregati in spazi angusti o lontani dalla casa dove vivono con i loro amici umani”. Lo comunica Aidaa in una nota.
Agenparl – 18 settembre 2012