L’85% dei medici di famiglia non ritiene «realistico e fattibile» l’obiettivo di garantire l’assistenza sul territorio 24 ore su 24. Il 79% pensa che il territorio non sia capace, ora come ora, di compensare gli ulteriori tagli ai posti letto previsti dalla spending review.
La maggioranza dei generalisti resta fredda all’idea di aggregazioni monoprofessionali e non apprezza l’introduzione della figura del referente-coordinatore, ma ammette (il 53% vs il 40%) che sì, le forme organizzative multiprofessionali sono utili per integrare le diverse professionalità della Sanità territoriale.
Il riordino delle cure primarie servito dal decreto Balduzzi non piace ai diretti interessati. Lo dicono i risultati del sondaggio realizzato da Health Monitor CompuGroup Medical, iniziativa di CompuGroup Italia in sinergia con Il Sole-24 Ore Sanità. All’indagine hanno risposto 2.010 medici (1.591 medici di medicina generale e 419 pediatri di libera scelta) all’indomani del varo del Dl 158 da parte del Governo.
Neppure il ruolo unico riesce a entusiasmare: lo apprezza soltanto il 38% degli interpellati, contro il 42% a cui non piace. Dubbi anche sul ruolo del distretto: è vero che il 46% lo ritiene la sede territoriale ideale di riferimento, ma un buon 40% non è d’accordo.
Ciò che i medici ritengono utile per potenziare davvero l’assistenza di base è l’aumento di infermieri e collaboratori di studio, l’ingresso negli ambulatori della diagnostica di base, un cambiamento deciso del sistema di formazione.
E se il 39% considera obbligato il passaggio alla dipendenza dei colleghi del 118, non altrettanto sentita è l’esigenza di una ristrutturazione del compenso per distinguere tra remunerazione dell’attività svolta e i fattori di produzione: per il 47% non servirebbe affatto a migliorare il servizio.
Su un punto però sono quasi tutti d’accordo: le trattative per il rinnovo delle convenzioni vanno riaperte subito
Sole sanità – 18 settembre 2012