Il Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 di Belluno: «Il liquido viene immesso dagli ugelli, è impossibile che entri un roditore»
Niente è stato dimostrato, ma qualche ipotesi viene a galla. Cosa si nasconde dietro le quinte del giallo sul topo trovato nel cartone del latte? Ad aiutare a fare il punto sulla storia raccontata due settimane fa dal Gazzettino è Giovanni Benedetti, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Ulss 1 di Belluno.
«Le possibilità sono almeno due. Potrebbe trattarsi di un’azione di sabotaggio avvenuta nel caseificio tedesco dove il latte a lunga conservazione era stato inscatolato», si espone Benedetti, seppur con prudenza. La tesi è sostenuta dalla riposta alla domanda: come è possibile che il roditore sia caduto dentro il tetrapak, visto che l’operazione di riempimento dei cartoni che scorrono lungo la catena di confezionamento avviene attraverso degli ugelli?
«È molto improbabile che un topo riesca a entrare in un cartone che durante il conferimento del latte è sostanzialmente chiuso», sintetizza Benedetti. Qualcuno allora ce lo ha messo dentro volutamente? Chissà. Ma Benedetti suggerisce la scelta di un’altra ipotesi, se la prima non convince. Si deve fare un passo indietro, andando alla fabbrica dei tetrapak del latte, sempre in Germania.
Questo il possibile scenario: il topo è finito intrappolato dentro un cartone che poi è stato pressato e quindi consegnato alla latteria industriale. «Ma è sempre una supposizione», tiene a precisare il veterinario. Ricordiamo che l’animale, in stato di decomposizione, era stato trovato da una signora di Ponte nelle Alpi dentro il classico contenitore, di marca Bayernland, acquistato alla Cooperativa di Alleghe, gestita a sua volta dalla Cooperativa di San Vito di Cadore.
«Noi dell’Ulss 1 siamo venuti a conoscenza della vicenda dai media locali e abbiamo subito fatto un sopralluogo alla Cooperativa mentre i Nas, protagonisti nell’indagine, hanno provveduto al sequestro del prodotto – Benedetti ripercorre la vicenda – il cartone proveniva da Vipiteno, da una ditta che però aveva solo funzione di distribuzione. Il latte in realtà era inscatolato in Germania». Insomma, sulla raccapricciante telenovela del topo il sipario non si decide a calare.
Il Gazzettino – 11 settembre 2012