Ad Asola, nel Mantovano, negato il consenso alla restituzione di un setter di nome Poker tolto al proprietario, un ex ristoratore e cacciatore, perché lo maltratterebbe. Accusa che il cacciatore nega. Tutti i giorni il setter riceve la visita de suo padrone al canile, ma per ora Poker non potrà tornare con lui
Una donna aveva presentato una denuncia sostenendo che aveva picchiato il suo cane «con un nodoso bastone». Dopo sei mesi, i carabinieri si presentano a casa sua: «Prepari il cane, perché nel giro di un’ora lo deve consegnare alla caserma. È sequestrato». Ora che Alberto Beretta, un ex ristoratore asolano e cacciatore, ne ha chiesto la restituzione o la consegna ad altra persona per toglierlo dal canile nel quale è rinchiuso, si è sentito dire dal pubblico ministero che «l’affido del cane a un cacciatore non è bene».
La vicenda prende le mosse nell’ottobre scorso quando la donna presenta denuncia per maltrattamento a un’associazione protezione animali. Secondo l’esposto il cane, un setter inglese maculato di sette anni, Poker, sarebbe stato percosso dal suo padrone.
«Tutto falso – dice Beretta – Qualsiasi cacciatore sa che rapporto esiste con il proprio cane. Quel giorno è vero che sono sceso nel recinto del cane, sotto la mia abitazione, ma ho picchiato sulla cuccia per farlo stare tranquillo e smettere di abbaiare, perché disturbava i vicini. Il “nodoso bastone” è poi una stecca della pancetta che uso proprio per governare il cane». Beretta, toscano d’origine, ha sempre amato i cani e la caccia. «Ho 72 anni e di cani ne ho avuti tanti, ma con Poker il rapporto è diverso – dice –. Due anni fa ha avuto un incidente ed è stato investito da un’auto che gli ha spezzato entrambe le gambe posteriori. L’ho fatto operare qui ad Asola, ma poi, visto che non si ristabiliva, l’ho portato anche in una clinica specializzata a Cremona, dove lo hanno guarito perfettamente. Ho due figlie, ma per me lui è il terzo».
Dopo l’atto di restrizione emesso dal tribunale di Mantova, il cane è stato affidato in custodia al canile di Calvatone. «Vado tutti i giorni a dargli da mangiare ed a trovarlo. Lui ha bisogno di me e io di lui». Così Beretta ha incaricato un avvocato per cercare di farsi restituire il cane. Il legale, Mauro Messori, presidente provinciale di Federcaccia, la maggiore organizzazione venatoria mantovana, presenta una istanza al tribunale del riesame per far revocare il provvedimento «del tutto inusuale nel Mantovano – spiega –. Ho chiesto che venga restituito il cane al mio assistito o che comunque si fissi l’udienza. Nel corso del dibattimento ho presentato le decine di testimonianze a favore di Beretta ed è emersa anche la richiesta che il cane venga tolto dal canile e affidato a parenti dell’uomo. È stato allora che il Pm ha detto che non gradiva un affidamento ad un cacciatore. Ora aspettiamo che riapra il Tribunale per la fissazione dell’udienza».
La Gazzetta di Mantova – 23 agosto 2012