Rifiuti, taxi, asili e autorizzazioni urbanistiche tra le semplificazioni allo studio dei tecnici. La Regione ha raccolto 800 idee da dipendenti, categorie e cittadini
VENEZIA — Se n’è voluto occupare in prima persona, perché quello dell’Ufficio complicazione affari semplici, da smantellare scartoffia dopo scartoffia, è un cruccio che lo assilla da sempre. Il presidente Luca Zaia, dopo gli annunci dei mesi scorsi («Stiamo preparando la rivoluzione, non è possibile che la gente sia costretta ad aspettare mesi per poter piantare il palo di una pompeiana in giardino»), ha portato il 31 agosto scorso in giunta la fatidica delibera, ovviamente approvata e da ieri pubblicata sul Bur, che dovrebbe agire sulla burocrazia regionale come e meglio della dieta Dukan: meno procedure, più snelle, da chiudere in tempi rapidi senza ridurre i cittadini allo stremo. Un lavoro enorme, che si potrà misurare fino in fondo solo quando sarà stato chiuso, e che parte da lontano: era infatti l’11 ottobre del 2011 quando la Regione decise di dare avvio al «Progetto di semplificazione» che ora sta finalmente entrando nella sua fase decisiva, quella operativa.
La prima fase ha visto protagonista la struttura interna, dai segretari generali ai commissari, passando per i direttori degli Affari legislativi, dell’Avvocatura civica, delle Riforme istituzionali, coordinati dal segretario generale della Programmazione e dal segretario della Giunta. Messi a capo di 25 gruppi di lavoro, i massimi vertici della macchina burocratica di Palazzo Balbi hanno censito 1.084 procedimenti, scartandone 296 (il 27% del totale) perché già al di sotto dei 90 giorni fissati come soglia d’allarme per intervenire. Successivamente sono stati coinvolti tutti gli altri dipendenti, grazie ad un form attivato nella rete intranet, i singoli cittadini, tramite il sito della Regione, gli enti pubblici e pure le associazioni di categoria, i sindacati e gli ordini professionali, poi invitati per delle audizioni vis-à-vis in laguna, a cui hanno partecipato in 204. A quel punto, vagliate anche 296 proposte arrivate via lettera, la mole dei suggerimenti è aumentata a dismisura, fino a raggiungere il numero monstre di 868 idee. Segno che il sistema veneto, dall’uomo della strada fino alle lobby più strutturate, sono determinati ad azzoppare il burosauro che li terrorizza nel labirinto del timbro e della firma mancanti.
Delle 868 idee in questione, 178 riguardavano l’informatizzazione, la pubblicazione online e l’attivazione di newsletter, 149 una riduzione delle leggi e delle norme (spesso stratificate nel tempo, quasi sempre incomprensibili), 76 una miglior concertazione dei bandi (da scriversi magari su misura per i soggetti che dovrebbero beneficiarne) e 69 una semplificazione delle procedure e la creazione si sportelli unici di settore. A questo punto è intervenuta una nuova scrematura: 249 proposte (il 29% del totale) non sono state accolte perché «non pertinenti», 139 (pari al 16%) sono state rinviate a data da destinarsi, altre 167 (il 19%) s’è scoperto che erano già stata realizzate mentre 313 (il 36%) sono state accolte e quindi smistate tra i 95 Gruppi di lavoro chiamati a darvi attuazione con disegni di legge, semplici atti amministrativi o perfino con dei semplici ritocchi alle procedure, ché spesso con un piccolo sforzo, purché mirato al punto giusto, si possono ottenere grandi risultati. Scorrendo l’elenco (disponibile sul sito della Regione), si scopre che la task force si concentrerà soprattutto sulla governance, sui lavori pubblici, sull’urbanistica, l’agricoltura e l’energia. Qualche esempio? Si va dall’edificabilità agricola alle indennità da avversità atmosferiche fino alle analisi del latte, dalla digitalizzazione dello Sportello unico per le Attività produttive alle autorizzazioni per il commercio sulle aree pubbliche, dal Testo unico sul Turismo a quello sui Beni culturali, dall’edilizia ospedaliera all’accreditamento per gli asili e le scuole materne. Ovviamente c’è il Sistri, il sistema di controllo sulla tracciabilità dei rifiuti, vero spauracchio delle aziende del settore, e nel mirino finiscono pure le valutazioni di impatto ambientale (le Via), le gare per gli appalti (largo a quelle telematiche), fino alle regole per i taxi in città e le pubblicità lungo le strade.
Corriere del Veneto – 11 agosto 2012