Venezia città metropolitana? Più che altro sprecona. Fondi pubblici e dipendenti, attacco dal leader veneto della Lega: uno stipendificio. «Trasporti, per avere più soldi falsa i dati»
Venezia Città metropolitana? Più che altro, città sprecona. Il giudizio di Flavio Tosi, segretario «nazionale» della Lega Nord e sindaco di Verona, è tagliente e affatto diplomatico: per lui, cifre alla mano, la città capoluogo del Veneto gode di privilegi finanziari spropositati e ingiustificabili: «È un po’ come Roma capitale – è il paragone di Tosi – rispetto all’Italia: Venezia gode di notevoli benefici aggiuntivi in confronto al resto del Veneto e di uno status “speciale” francamente insostenibile. Parlo di Venezia città, del comune capoluogo, non della provincia veneziana. Che anzi, proprio per la sua vicinanza fisica all’epicentro del fenomeno, soffre quanto il resto del Veneto, se non anche di più».
Sindaco Tosi, ammettiamo che la specificità di una città costruita sull’acqua non si discute. Ma questo giustifica ancora, in epoca di tagli impietosi alle risorse dei Comuni, una disparità di trattamento così netta con il resto del mondo?
«Potrei rispondere che anche Chioggia ha la stessa specificità, eppure non mi risulta che goda dello stesso trattamento. Un conto è giustificare, e finanziare, quello che serve in più per una città così particolare, ma nel caso di Venezia l’impressione nettissima è che ci sia un enorme canale di finanziamento a pioggia che va ad alimentare autentici sprechi».
Vogliamo fare qualche esempio concreto?
«Il caso più clamoroso è quello dei finanziamenti per i trasporti pubblici. Per essere chiari: nel resto del Veneto, si ha l’impressione che i dati riguardanti Venezia, dove finisce quasi la metà dei soldi, non siano sbagliati per un caso fortuito, e che richiedano un approfondimento non soltanto in sede amministrativa, ma anche in altre sedi deputate a controllare, indagare».
Cioè?
«Cioè, sono dati palesemente falsi. Con il paradosso che io, a Verona, sono costretto ad aumentare il costo dei biglietti dell’autobus e a stornare fondi da altri capitoli del bilancio comunale per garantire un servizio accettabile, mentre a Venezia è capitato che l’Actv abbia prodotto utili! Ci credo, con tutti i finanziamenti che hanno preso».
Venezia e la sua Verona sono due città che hanno grosso modo gli stessi abitanti: le differenze sono così abissali?
«Prendete soltanto questo dato: il mio Comune ha entrate totali per 300 milioni di euro, cioè un terzo di Venezia, che può contare anche sugli introiti del Casinò e per anni ha potuto usufruire dei fondi della Legge speciale. Aggiungo: il Comune di Venezia ha un numero di dipendenti una volta e mezza più alto di altre città con gli stessi abitanti. Questo non ha più senso, sono numeri che non stanno in piedi: danno l’idea dello spreco e dello stipendificio. A proposito: anche il Casinò, quanto a stipendificio, non scherza per niente».
Anche in questo caso il Comune di Venezia si difende ricorrendo alla specificità: tanti impiegati perché gli uffici sono sdoppiati in due sedi, Venezia e Mestre, più tutti quelli distaccati nelle isole.
«Mah, tanti Comuni, e non soltanto quelli grandi, hanno frazioni con uffici periferici. Un dipendente può anche spostarsi, e di sicuro a Venezia ci si sposta con meno stress e traffico che in qualsiasi altra città del mondo».
Bisogna riconoscere, però, che i politici veneziani sanno fare lobby: in consiglio regionale, quando si tratta di portare a casa per Venezia, le differenze tra maggioranza e opposizione sfumano fino ad annullarsi, se lo ricorda?
«Come no, in Regione la lobby veneziana l’ho vista più volte in azione ed è giustamente famosissima. Sono bravi, dal loro punto di vista: il primo è il mio amico Renato Chisso (assessore regionale alla Mobilità, ndr), glielo ricordo ogni volta che ci sentiamo al telefono. Oggi, però, sul trasporto pubblico il resto del Veneto si è svegliato e ha reagito, le cose stanno cambiando. Anche se rimane una condizione di partenza inamovibile: gli uffici centrali della Regione sono lì, a Venezia, è tutto un sistema che tende ad autodifendersi».
Ma per Flavio Tosi, leghista e autonomista, Venezia è un po’ il nostro Sud?
«Più che al Sud, la paragonerei al ricco Trentino: finché ha la possibilità di spendere tanto, spende. E più di qualche volta spreca».
Alessandro Zuin – Corriere del Veneto – 7 agosto 2012