Marco Melosi per la Lav sarebbe un consulente dell’azienda di Montichiari. Il veterinario al centro di una campagna di attacchi su Facebook. Lui: «É una notizia inventata». La difesa della Fnovi
Accusato di stare dalla parte di Green Hill, è stato preso di mira dagli animalisti su facebook: vittima di una feroce campagna denigratoria il dottor Marco Melosi, medico veterinario cecinese con un curriculum ultratrentennale, presidente dell’Anmvi (l’Associazione nazionale medici veterinari italiani) e presidente dell’Ordine dei veterinari di Livorno. Stando a un comunicato della Lav il nome di Melosi è additato insieme a quello di altri due medici veterinari come membro del team di consulenti dell’azienda di Montichiari. L’associazione ne chiede la rimozione dalla presedente dell’Anmvi e dell’Ordine e ha invitato i cittadini di Cecina a non rivolgersi al suo studio veterinario.
Melosi è sconvolto dalla campagna d’odio che gli è stata scatenata contro: il post, che contiene nome, indirizzo e numero telefonico del professionista, ha ricevuto più di un centinaio di commenti di insulti, offese pesanti e inviti a non servirsi più del suo ambulatorio. «Non mi rendo conto come possa essere successa una cosa del genere. Io non sono un consulente della Green Hill, è una notizia falsa». La smentita arriva anche dall’Anmvi, che minaccia di denunciare gli autori di questa campagna di denigrazione. Una nota positiva per Melosi: i commenti che si stanno moltiplicando in sua difesa (Il Tirreno).
Il comunicato Lav. «Green Hill, rivelazione: tre nuovi veterinari coinvolti»
In questi giorni decine e decine di medici veterinari stanno aiutando la LAV – Lega Anti Vivisezione e le altre associazioni a verificare lo stato di salute dei cani usciti da Green Hill grazie al sequestro probatorio della Procura di Brescia, confermato ieri dal Tribunale del Riesame. Un’attività che nobilita la professione medico veterinaria anche nell’applicazione dell’articolo 1 del proprio Codice Deontologico che li vincola ad operare per il rispetto degli animali in quanto esseri senzienti.
In questi giorni, grazie agli affidamenti dei beagle, centinaia di medici veterinari in Italia hanno acquisito nuovo lavoro grazie alle famiglie affidatarie.
Ma altri veterinari, invece, oltre a quello che operava a Green Hill, un ventiseienne iscritto all’Ordine di Pescara, e di un’Asl veterinaria che, come minimo, in questi giorni non ha collaborato alla puntuale esecuzione della decisione della Procura delle Repubblica, hanno deciso di schierarsi formalmente dall’altra parte, quella dell’allevamento per la vivisezione.
Nel dispositivo del Tribunale del Riesame diffuso ieri, infatti, viene scritto che Green Hill ha presentato la scorsa settimana anche un’istanza per la revoca dell’affidamento dei beagle ai custodi giudiziari LAV e Legambiente poiché ciò, fra l’altro, non avrebbe più potuto fargli visitare i cani paventando non meglio precisati rischi sanitari e chiedeva di farli visitare da propri consulenti, consci questi ultimi di farlo a favore di chi è indagato per il reato di maltrattamento di animali.
Questi consulenti non sono veterinari qualsiasi ma sono Marco Melosi, presidente dei veterinari Anmvi (Associazione nazionale medici veterinari italiani), con studio a Cecina (Livorno) e presidente dell’Ordine dei Veterinari di Livorno; Massenzio Fornasier, dipendente di Siena Biotech partner dell’industria farmaceutica Roche, iscritto all’Ordine di Milano e presidente dei veterinari di laboratorio di sperimentazione Sival-Anmvi; Gianni Dal Negro, dipendente dell’industria farmaceutica GlaxoSmithKline, presidente dell’Aisal-Associazione scienza animali da laboratorio, dichiarato medico veterinario ma non iscritto ad alcun Ordine e, quindi, non esercitante legalmente la professione.
A parte Dal Negro, per il quale abbiamo affidato al nostro Ufficio Legale il compito di valutare gli estremi per la presentazione di una denuncia per esercizio abusivo della professione veterinaria, chiediamo ai veterinari iscritti all’Anmvi di proporre la decadenza del proprio presidente Marco Melosi nonché alla Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari di rimuovere Melosi dalla presidenza dell’Ordine provinciale di Livorno. Per quest’ultimo, inoltre, l’unico dei tre ad avere un ambulatorio privato, chiediamo a tutti i suoi clienti e ai cittadini di Cecina e della provincia di Livorno di preferire altri veterinari che non forniscono disponibilità a collaborare con strutture di sofferenza e per la morte degli animali.
L’Anmvi, insieme a Sival (Società italiana veterinari animali da laboratorio) e Aisal (Associazione scienza animali da laboratorio), si era peraltro già distinta negli ultimi mesi per il ruolo attivo contro l’approvazione definitiva in Senato dell’articolo 14 della Legge Comunitaria che contiene, fra l’altro, la previsione del divieto di allevare cani, gatti e primati non umani per la vivisezione. Un appiattimento, una compartecipazione, un apripista per le posizioni più retrograde del mondo che lucra sulla pelle degli animali e che ha sempre usato la medicina veterinaria come paravento a pagamento.
Ufficio Stampa LAV – Lega Anti Vivisezione
Il Presidente dell’ANMVI non è consulente di parte. Smentito Comunicato LAV.
Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani, non è consulente di parte di Green Hill.
Sono errati e privi di fondamento i contenuti dell’odierno comunicato stampa della LAV, che attribuiscono al dottor Marco Melosi – medico veterinario e specialista in clinica degli animali da compagnia -l’assunzione di un incarico peritale per l’allevamento di cani beagle.
L’Associazione è solidale con il Presidente Melosi e -riservandosi di adire per le vie legali -ribadisce che il Presidente dell’ANMVI non svolge e non ha svolto alcuna consulenza nell’ambito della vicenda giudiziaria di Green HIll.
Ufficio stampa Anmvi
La FNOVI è con Melosi: la Deontologia non è strumentalizzabile
Leggiamo un comunicato LAV che riferisce di un incarico di consulenza affidato dai legali di Green Hill ad alcuni medici veterinari, tra i quali vi sarebbe il dottor Marco Melosi, Presidente dell’Ordine dei veterinari di Livorno e Presidente ANMVI.
Fuori dalla smentita dell’interessato – che pure è stata immediata – la FNOVI non esita a dichiararsi dalla parte del Presidente Marco Melosi.
La Federazione non intende dare alcun seguito alle indebite e irrituali sollecitazioni che le sono state rivolte, confermando anzi la propria stima nei riguardi del Collega Melosi e la propria solidarietà per le parole ingiustamente indirizzategli.
Puntualizzato quanto sopra, la FNOVI ritiene non meno importante sottolineare che la ratio della nota della LAV sottende una illogica coincidenza di responsabilità tra professionista e cliente, estraneo alle professioni intellettuali e ancor più illogico quando riferito alle professioni mediche.
Il rapporto professionale ha una razionalità sistemica ed è fiduciario: nella attività professionale un sapere fronteggia un problema e non dipende dai soggetti dello scambio. Tutto ciò è tanto più vero e rigoroso nell’ambito di un procedimento giudiziario, dove il medico veterinario può essere chiamato al proprio ruolo e alla propria indipendenza intellettuale, in scienza e coscienza, di fronte alla Legge e alla Giustizia come di fronte al proprio paziente/utente.
Tutto il mondo animalista, compresa la LAV ha letto e giudicato con favore il position paper delle FNOVI sulla sperimentazione animale. Quel documento non è interpretabile, né strumentalizzabile e porta, fra le altre, la firma di Massenzio Fornasier, anch’egli ascritto dalla LAV alla ratio di cui sopra.
Gli Ordini sono chiamati a dare garanzie della qualità della professione in tutte le situazioni in cui è richiesta, compresa l’attuale circostanza nella quale tutti dovrebbero essere maggiormente coscienti che la deontologia, spesso invocata a sproposito, è l’insieme di regole che da ordine all’esercizio professionale e lo orienta, non nel senso di imporre fini esterni, ma nel dare le modalità con le quali un atto professionale, può essere efficacemente perfezionato.
Ufficio stampa Fnovi
6 agosto 2012