Il virus del Nilo occidentale, conosciuto anche con la denominazione inglese West Nile, e’ da tempo noto per la sua capacita’ di aggredire il sistema nervoso centrale ed in particolare l’encefalo.
”Non dobbiamo creare situazioni di allarmismo relative all’influenza nota come West Nile. Non si sono riscontrati contagi da animale a uomo, questo pero’ non significa abbassare la guardia”. Lo afferma il presidente della commissione Sanita’ del Senato, Antonio Tomassini.
”E’ bene monitorare la situazione perche’ al momento non esiste una terapia mirata in grado di attaccare direttamente il virus e non esiste ancora un vaccino specifico per l’uomo- continua -. L’unica misura di controllo possibile rimane ancora solo il controllo”.
Occasione per approfondire l’argomento e’ stata oggi la conferenza al Senato dedicata al tema, con la partecipazione, olrte a Tomassini, di Roberto Del Maso, country manager Merial Italy, Raffaele Cherchi, veterinario neurologo direttore del Dipartimento di incremento ippico Agris Sardegna, Armando Giovannini e Giovanni Savini, dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale Abruzzo e Molise, Claudio Gustavino, senatore e componente della commissione Sanita’, Giorgio Guglielmi, vicepresidente ANAC, Gaetana Ferri, direttore generale della Sanita’ animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute.
La West Nile, nota anche come ‘virus del Nilo occidentale’, e’ una malattia infettiva, trasmessa dalle zanzare ed e’ da tempo noto per la sua capacita’ di aggredire il sistema nervoso centrale ed in particolare l’encefalo.
L’aumento dei casi in Italia tra il 2008 e il 2009 ha indotto il ministero della Salute ad avviare un programma di sorveglianza sanitaria, che si attua tutto l’anno per i casi importanti e dal 15 giugno al 15 novembre per i casi autoctoni.
La malattia, infatti, risulta avere un’incidenza stagionale legata agli attivita’ degli insetti. A causa della specificita’ dei sintomi clinici (forme simil-influenzali), spiega un dossier, la diagnosi di infezione da virus West Nile e’ esclusivamente di laboratorio. Inoltre dal 25 giugno 2012 L’ecdc ha iniziato a pubblicare le mappe di diffusione della malattia con reports settimanali.
Nel nostro paese, infatti, esistono specifiche aree a rischio infezione: sono 43 i casi di malattia neuro-invasiva da West Nile segnalati tra il 2008 e il 2011. A essere colpite 5 regioni, soprattutto Veneto ed Emilia Romagna, con una mortalita’ del 16% e un’incidenza di 0,55 per 100 mila abitanti.
Il virus viene trasmesso all’uomo e agli animali, generalmente equini e uccelli attraverso la puntura di zanzare infette, generalmente non si trasmette da persona a persona e da cavalli a cavalli.
In Italia la situazione appare preoccupante per i cavalli e altri equini: al 27 febbraio 2012 sono stati confermati oltre 90 focolai di infezione con 197 animali coinvolti.
Il virus, della famiglia dei Flavivirus, isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda in una donna che soffriva di febbre particolarmente alta, e’ stato poi trovato generalmente in esseri umani, uccelli, equini ed altri vertebrati.
La malattia che ha un andamento endemico epidemico, e’ diffusa soprattutto in Africa, Europa Orientale, Asia occidentale, Medio Oriente e piu’ recentemente negli Stati Uniti, dove nel 2002, all’apice del focolaio epidemico, sono stati registrati 15.000 casi solo nei cavalli.
24 luglio 2012