La dirigenza punta sugli ospedali di comunità con i 15 posti a Monte Crocetta. E scommette sul rilancio di Noventa con due nuove sale operatorie
Cambia il volto della sanità nazionale alle luce delle nuove misure sui risparmi volute dal Governo Monti. In realtà la sanità del Veneto ha già impugnato le forbici da tempo. È già in corso un ampio disegno di riorganizzazione della rete ospedaliera e assistenziale per coniugare il crescente aumento dei costi sanitari (più 4 % all´anno) con la contrazione dei trasferimenti statali: 2 % . La forbice della sanità pubblica, dalle Dolomiti alla laguna, dovrà tagliare 640 milioni nei prossimi due anni.
L´OBIETTIVO. Obiettivo del nuovo piano regionale, che arriva dopo 18 dal precedente, è quindi riorganizzare e razionalizzare, evitando duplicati e ridondanze, tenendo conto dei progressi della medicina che portano a ridurre ricoveri e giorni di degenze, a favore di day-hospital, day surgery e assistenza territoriale. In sostanza, il nuovo piano porterà a una revisione della geografia delle 22 aziende sanitarie locali che dovranno avere un bacino di utenza di almeno 200 mila abitanti, alla riduzione del numero degli attuali 53 ospedali e dei 19.127 posti di letto nelle strutture pubbliche (si prevedono 2 mila posti letto in meno), con l´obiettivo di portare a 3,5 ogni mille abitanti il numero di posti letto, per cui al di sotto del 3,7 previsto dalle nuove misure statali.
«Il piano sanitario regionale di fatto ha anticipato quanto il Governo ci chiederà entro i prossimi mesi». Antonio Alessandri direttore generale dell´Ulss 6 da quando è arrivato al terzo piano di via Rodolfi , 10 anni fa, ha già tagliato all´interno dell´Ulss 200 posti letto.
Direttore, risparmi su risparmi…
«La sanità è cambiata molto. Vent´anni fa in dermatologia, solo per citare un esempio, c´erano 20 letti, ora i medici svolgono solo attività ambulatoriale e altri posti sono stati ridotti in oculistica, otorinolaringoiatria e anche al maxillo facciale».
Ridotti perchè ci sono nuove tecnologie che hanno eliminato i tempi di degenza e, quindi, i ricoveri.
«Sicuramente. Un tempo una cateratta veniva operata in reparto, poi in day hospital e ora, dopo un´ora, dall´intervento il paziente lascia l´ospedale».
Allora ci saranno altri tagli?
«Non possiamo dirlo, anche se gli standard nazionali vengono rispettati, a decidere saranno le famose schede che seguiranno il nuovo piano sanitario. Queste saranno determinanti per un´eventuale ristrutturazione».
Nel frattempo è indispensabile muoversi e come?
«Come sta facendo Vicenza con l´inaugurazione di 15 posti letto, dopo la convenzione con Comune e Ipab, a Monte Crocetta. La ricetta resta sempre la stessa: alleggerire i reparti ospedalieri. Se un malato al S. Bortolo costa 800 euro al giorno e sul territorio 150 devo optare per la seconda scelta salvagurdando, con gli ospedali di comunità, tutte le necessità di cui cui il malato ha bisogno. A Noventa verranno inaugurate due nuove sale operatorie per cui alcune attività si sposteranno».
E il personale?
«Non ci potranno essere ulteriori contrazioni. Con la pianta organica siamo fermi al 2006 e nemmeno i primariati potranno diminuire».
Che cosa vi preoccupa?
«I mancati finanziamenti in conto capitale, quelli che non ci permettono gli investimenti sulle strutture che dovranno essere mantenute. Sulla piccola tecnologia che deve essere cambiata e sostituita».
Il Giornale di Vicenza – 8 luglio 2012