«Oggi il presidente del consiglio ci ha spiegato che bisogna trovare oltre 4,2 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva a ottobre e in più ci ha confermato che taglieranno il fondo sanitario 2012: ebbene in questo quadro qualsiasi elemento di collaborazione e condivisione diventa impraticabile», attacca il governatore della Basilicata Vito De Filippo dopo la riunione Governo-Regioni sui tagli.
«Abbiamo ribadito al governo che non siamo per il no a prescindere, capiamo la situazione del Paese ma avremmo voluto dire la nostra. E fatto così il decreto, che esprime la volontà di tagliare gli sprechi, rischia al contrario di tagliare i servizi ai cittadini». Le misure presentate dal Governo rischiano secondo Formigoni di tradursi in tagli ai servizi ai cittadini e non agli sprechi. «Abbiamo detto con chiarezza – ha aggiunto – che tagliare ora il fondo sanitario significa togliere servizi ai cittadini. Abbiamo detto al Governo responsabilmente di cambiare i Lea, dire che le Regioni devono rendere ai cittadini meno servizi gratuiti di quanto hanno reso finora».
«Se il governo pensa di fare un decreto dove prevede una riduzione delle risorse al sistema sanitario nazionale, io mi metterò di traverso» ha annunciato il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi al termine del’incontro con il Governo. «In termini generali la sanità ci preoccupa molto», ha riferito il governatore, «perche si prospettano dei tagli ai livelli essenziani di assistenza, anche se l’esecutivo garantisce che non sarà fatto nessun taglio al sistema sanitario nazionale: apprezziamo la volontà – ha chiarito Rossi – ma vogliamo vedere i numeri».
«Le Regioni non dicono nessun no pregiudiziale alla spending review, però francamente l’incontro di oggi, anche per ammissione dello stesso premier Monti, non ci ha offerto elementi conoscitivi sul decreto che verrà approvato venerdì dal Consiglio dei ministri, ma vediamo a rischio i servizi ai cittadini nel settore salute e in quello dei trasporti pubblici locali», ha aggiunto De Filippo.
Domani, ricorda De Filippo, l’Ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni incontrerà il ministro della Sanità Balduzzi «per ottenere informazioni più precise». «Per il 2012 c’era già stato un accordo sulle risorse decise nell’ambito del patto per la salute», ricorda. «Ora quello stesso patto verrebbe tagliato e non abbiamo capito di quanto: è evidente che, come sostiene il Governo, si può operare su beni e servizi, ma fatta così sono tagli lineari, anche se il commissario Bondi ha detto che la spending review non sarà fatta con quel metodo». Altro fronte di incertezza è quello del trasporto pubblico locale. «Anche in questo caso c’era un accordo sottoscritto nel 2011 con il governo precedente. E proprio per questo – conclude – giovedì mattina incontreremo Passera, nonostante lui oggi abbia tentato di rassicurarci».
Ulteriore presa di posizione oggi anche dell’associazione dei titolari delle farmacie. Federfarma condivide la necessità di porre mano a un settore «che è ormai senza controllo, ma respinge fortemente soluzioni che pesino ulteriormente sui bilanci delle farmacie».
L’associazione dichiara in un comunicato che «ottimizzare ulteriormente la spesa è buona cosa, ma non deve gravare in modo iniquo sulla filiera distributiva del farmaco. Gli interventi dei precedenti Governi da sempre sono stati quasi esclusivamente orientati sulla spesa farmaceutica territoriale, tanto da aver creato una situazione non ulteriormente comprimibile, e i dati lo dimostrano, mentre altri sarebbero i capitoli ben più pesanti sui quali sarebbe il caso di porre, finalmente, grande attenzione.
Le farmacie, da sempre unico punto di riferimento per la sanità pubblica nei grandi come nei piccoli centri, a fronte delle notizie su possibili ulteriori tagli, entrano in uno stato di pre-agitazione, non potendo più sopportare trattenute date da situazioni eccezionali, che poi permangono però nel tempo.
Per questo motivo Federfarma dice “Basta!” e invita il Governo a voler immediatamente aprire i tavoli sulla remunerazione e sulla Convenzione farmaceutica, in modo da non cancellare l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla salute uguale per tutti i cittadini sull’intero territorio nazionale».
E Federfarma attende di valutare le decisioni del Governo per avviare iniziative sindacali di tutela.
«I tagli lineari in sanità sono un messaggio culturale sbagliato, oltre a un segnale allarmante per i cittadini. Le risorse devono essere ridotte, anche drasticamente, dove i dirigenti sanitari hanno operato male, sperperando i soldi pubblici e accettando di pagare, ad esempio, una protesi per l’anca anche 2.800 euro anziché 250 euro come sarebbe opportuno. Ecco perché la Commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che presiedo, chiamerà in audizione i rappresentanti dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, è necessario sapere con precisione dove gli sprechi sono stati localizzati», ha affermato Ignazio Marino, chirurgo, senatore del Partito Democratico e presidente della Commissione d’inchiesta sul Ssn del Senato.
«Se questo è il percorso, allora si dica chiaramente che non possiamo o non vogliamo permetterci un servizio sanitario pubblico e quindi avremo una sanità pubblica con liste di attesa di un anno per una mammografia e una sanità privata con, invece, una attesa di un giorno per lo stesso tipo di esame».
quotidianosanita.it – 4 luglio 2012