Se entro il 30 giugno non interverrà una proroga o un nuovo provvedimento, i medici diranno addio all’intramoenia allargata. Sono giorni di attesa per chi svolge la libera professione intramoenia negli studi privati.
Mancano infatti meno di 20 giorni alla data che, senza interventi da parte del Governo, costringerà i medici a dire addio alla libera professione allargata, in molti casi senza che però all’interno delle aziende ospedaliere siano stati organizzati gli ambulatori necessari a far rientrare la libera professione dei medici dentro le strutture.
Occhi puntati quindi sulla scadenza definitiva delle proroghe che da 13 anni consentono l’intramoenia allargata di continuare. I medici chiedono il rinvio dell’applicazione delle norme o una soluzione immediata per non penalizzare il diritto alla libera professione dei medici. Anche se, per quanto riguarda l’intramoenia, è atteso a giorni un nuovo provvedimento che, ha spiegato lo scorso 1° giugno il ministro della Salute Renato Balduzzi, potrebbe essere un decreto legge. Infatti “il disegno di legge ha tempi più lunghi e potrebbero non essere compatibili con la scadenza del 30 giugno”.
Intramoenia allargata – cosa potrebbe succedere il 30 giugno
E’ l’art. 10, commi 2 e 3 del Decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216 (il Milleproroghe) a stabilire che l’intramoenia allargata (di cui all’art. 1 della legge 120/2007) è prorogata al 30 giugno 2012. Stessa scadenza per i tempi a disposizione delle Regioni per completare il programma finalizzato la realizzazione all’interno delle strutture degli spazi per l’esercizio della libera professione.
Come accennato, però, la libera professione allargata dovrebbe trovare una soluzione nel decreto annunciato dal ministro della Salute e che sarebbe il risultato di un lungo confronto con i capigruppo parlamentari.
Secondo il testo della prima bozza di ddl, il nuovo provvedimento prevederebbe che entro ottobre le Regioni dovranno impegnarsi ad una ricognizione straordinaria degli spazi disponibili per la libera professione e, dove ve ne sia necessità e disponibilità di risorse, acquistare, affittare o stipulare convenzioni con altri enti pubblici per avere a disposizione altri ambulatori esterni, aziendali e multidisciplinari, per l’esercizio dell’attività istituzionale o della libera professione intramuraria ordinaria.
Le aziende dove non risultino comunque disponibili spazi per la libera professione possono autorizzare, in via sperimentale, un programma che preveda lo svolgimento dell’intramoenia presso studi collegati all’azienda attraverso una rete informatica. Il collegamento dovrà essere attivato entro e non oltre il 30 aprile 2013. Fino a quella data, l’attività degli studi privati già autorizzati potrà proseguire come allo stato attuale.
In pratica, dopo il 30 giugno “chi ha saputo seguire l’indicazione legislativa per realizzare l’attività professionale secondo la legge, andrà a regime, mentre per chi per varie ragioni è rimasto indietro, la scelta è dargli una ‘finestra’. Ma – ha precisato il ministro – non una finestra di proroga”. Si tratterà, piuttosto, di una “sperimentazione”, “a condizione che si metta in rete, che ci sia tracciabilità e trasparenza, e con sanzioni adeguate”.
Quelli appena descritti sono comunque i contenuti della prima bozza di ddl, che potrebbe subire ulteriori modifiche tenuto anche conto che in queste ultime settimane sarà avviato un confronto con le Regioni sulla materia. Balduzzi ha anche assicurato che il testo sarà poi presentato in tempi brevi ai professionisti della sanità.
Tratto da Quotidiano Sanità – 13 giugno 2012