La riforma del mercato del lavoro sbarca in Aula al Senato per incassare il primo ok del Parlamento. Il testo (al quale sono stati presentati circa 600 emendamenti, molti dei quali da singoli parlamentari) viaggia ormai blindato ed il governo, secondo quanto si apprende, è pronto a chiedere, molto probabilmente domani mattina, la fiducia.
Anzi, tecnicamente, le fiducie: il disegno di legge, che si compone ora di 77 artico- li, sarà infatti spacchettato in quattro tranche (flessibilità in entrata, flessibilità in uscita, ammortizzatori sociali e formazione) e su ciascuna vi sarà un voto dell’Assemblea che dovrebbe arrivare per la tarda mattinata di giovedì. Salvo sorprese, non vi dovrebbero essere ulteriori modifiche e dunque il testo che Palazzo Madama licenzierà do vrebbe essere quello uscito dalla Commissione. Il ddl passerà poi all’esame della Camera, do- ve si attende un iter veloce in modo da poter dare il via libera definitivo alla riforma, così come previsto, entro fine giugno. Sempre domani in Consiglio dei ministri dovrebbe arrivare il disegno di legge delega presentato dal ministro per la Pa e la Semplificazione, Filippo Patroni Griffa, per armonizzare l’ordinamento sul pubblico impiego alla riforma del mercato del lavoro privato. Sette articoli in tutto e il rimando a decreti legislativi da adottare entro nove mesi dall’entrata in vigore della legge per completare un percorso di privatizzazione del lavoro pubblico introdotto all’inizio degli anni No- vanta e correggere alcuni aspetti della riforma Brunetta che non hanno superato la pro- va dell’attuazione. Il testo parte dai principi fissati nel proto- collo d’intesa sottoscritto da Regioni, enti locali e da tutti i sindacati i14 maggio scorso. Ieri sul tema dei licenziamenti nel pubblico impiego è tornata a parlare il ministro Elsa Fornero: «Mi hanno accusata la scorsa settimana di incitare al licenziamento, vorrei solo invitare tutti, compresi i sindacalisti che hanno parlato in questi giorni, ad ascoltare bene le mie parole, disponibili sui siti web e pubblicate sui giornali».
Il Sole 24 Ore – 29 maggio 2012