La sanità veneta vede nero. Dopo l’ennesimo rinvio da parte del Governo del riparto del Fondo nazionale, da tempo concordato, ieri, infatti, le Regioni hanno abbandonato il tavolo di confronto in segno di protesta.
Il timore è che dietro a un rinvio ritenuto ormai sistematico ci sia la volontà dell’Esecutivo di destinare altrove parte del denaro già assegnato alle Regioni: si parla complessivamente di 1,5 miliardi in meno, di cui 140 milioni potrebbero essere tagliati al Veneto. La trattativa, iniziata a dicembre e concordata a febbraio, assegnava al Veneto 8,6 miliardi, proprio 140 milioni in più dell’anno scorso: quegli stessi che ora rischiano la ghigliottina: «A questo punto siamo davvero molto preoccupati» sostiene l’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti, ieri a Roma in rappresentanza del Veneto «non è un caso che un gesto così eclatante non fosse mai successo. Come assegnazione siamo già fuori tempo massimo, ma quel che è peggio, è che l’atteggiamento del Governo è immotivato, visto che il riparto era già stato verificato sia in sede tecnica che politica». Al di là delle scaramucce politiche – per Zaia si tratta di «uno sgarbo istituzionale nei confronti dei territori» – il pericolo, a questo punto, è che la Regione sia costretta ad anticipare parte delle risorse, senza sapere se e dove dovrà a sua volta limare, con il rischio concreto di ritrovarsi in corsa senza fondi essenziali: «Mettere in discussione un percorso già svolto quasi per metà è da irresponsabili» rincara la dose Ciambetti «e può provocare scompensi non più recuperabili in un settore molto sensibile come quello socio-sanitario. Se saremo costretti a rinunciare a 140 milioni a conti già fatti, corriamo seriamente il rischio di trovarci a fine anno senza i soldi per i cerotti».
Il Mattino di Padova – 23 maggio 2012