Il partito di Alfano si astiene, votano a favore Democratici, Fli, Udc e Lega, Idv contraria
Tanto tuonò che piovve. Com’era prevedibile, scavalcati i ballottaggi, la «strana maggioranza» si ricompatta e, richiamata ai propri doveri dal ministro della Giustizia Paola Severino, approva il ddl anticorruzione fermo alla Camera da dicembre ma nella versione proposta come mediazione dal governo. Votano sì il Pd, l’Udc, Fli e Lega. Il Pdl si astiene mentre l’Idv vota contro perché contrario non ai «passi avanti» del governo ma alla modifica sulla concussione. Che secondo Antonio Di Pietro «cancella le inchieste di Mani pulite», presenti e future. «Non è affatto così e non ci sarà alcun indebolimento» ribatte la Severino. La parola adesso passa all’aula dove il provvedimento approda il 28 maggio, insieme a quello sul falso in bilancio. Il voto di ieri nelle commissioni Giustizia e Affari costituzionali è stato preceduto da una breve riunione nello studio della presidente Giulia Bongiorno (Fli) durante la quale il guardasigilli ha chiesto un atto di «fiducia personale» alla maggioranza, una sorta di aut aut garbato, ma fermo, per convincere tutti a ritirare gli emendamenti restanti e ad approvare il suo testo con un paio di modifiche ulteriori. Si tratta della riformulazione (chiesta dal Pdl) del nuovo reato di traffico di influenze illecite per definire meglio la condotta e della correzione (chiesta dal Pd) della nuova «corruzione perla funzione». Due modifiche che si aggiungono a quella approvata (con il voto contrario del Pdl) nella precedente seduta, sull’aumento a 8 anni della pena massima per la «corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio». II Pdl si è astenuto ma, con il capogruppo in commissione Enrico Costa, ha spiegato che si tratta di una «fiduciosa astensione perché crediamo – ha detto- di poter migliorare ancora il ddl in aula». «Un passo avanti importante» commenta Donatella Ferranti del Pd, che giudica «demagogico» il voto contrario dell’Idv motivato da Federico Palomba con il rischio di «un terremoto» negli uffici giudiziari determinato dalla modifica della concussione per induzione. Sia in aula che fuori, la Severino ribatte che il reato rimane, nelle due diverse forme della costrizione e dell’induzione, e che si è solo «aderito all’indicazione dell’Europa di chiarire meglio i casi in cui anche il privato debba essere punito». Tutti si riservano di continuare la battaglia in aula per «migliorare il testo». «Lo faremo anche noi – dice la Bongiorno – ma ora è stato fatto un importante passo avanti perché si è trovata una sintesi». Parole analoghe dalla Lega e dall’Udc che con Roberto Rao insiste affinché «la lotta alla corruzione diventi una bandiera per i partiti. Non si può regalare questa battaglia anti-politica».
Quali saranno i tempi di approvazione in aula dipende dalla tenuta dell’accordo nella maggioranza sulla mediazione della Severino. Ulteriori modifiche potrebbero far venir meno l’equilibrio e, se ritenute necessarie dal governo, imporre la fiducia. «ma è prematuro parlarne», chiude la Severino.
TRAFFICO DI INFLUENZE ILLECITE
II testo del Ddl a nticorruzione approvato in commissione introduce il reato (articolo 346 bis del codice penale) del traffico di influenze illecite. E prevede che chiunque, sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale, è punito con la reclusione da uno a tre anni. La pena è aumentata se chi dà o promette, a sè o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, è un pubblico ufficiale
CORRUZIONE TRA PRIVATI
È prevista la modifica dell’articolo 2635 del codice civile che già oggi in parte prevede l’incriminazione per corruzione privata. E aumentata la platea degli autori, includendo tra i soggetti attivi, accanto ad amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci e liquidatori, anche coloro che sono sottoposti alla direzione o alla vigilanza di questi ultimi. Si prevede inoltre la procedibilità d’ufficio mentre la norma attuale stabilisce che si proceda a querela della parte offesa
IL Sole 24 Ore – 23 maggio 2012