Non soltanto i debiti fiscali ma anche quelli previdenziali potranno essere usati per recuperare i crediti con la pubblica amministrazione
Compensazioni debiti p.a. con i crediti fiscali allargata ai contributi previdenziali e ai premi Inail. Le imposte compensabili dovranno essere iscritte a ruolo entro il 30 aprile 2012. Gli enti locali dovranno restituire i soldi allo stato, al posto delle imprese, entro un anno e se dovessero sforare è previsto un meccanismo di rivalsa con il blocco dei trasferimenti da parte dello stato. La novità in uno dei quattro decreti che sbloccano i pagamenti della p.a. nei confronti delle imprese presentati ieri dal presidente del consiglio Mario Monti. Il decreto amplia la possibilità di azzerare i debiti con Equitalia in presenza di crediti con p.a.
Compensazioni debiti p.a. crediti fiscali allargata ai contributi previdenziali e ai premi Inail. La possibilità di compensare sarà, infatti, riconosciuta anche per i crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili maturati nei confronti di regioni, enti locali e enti del servizio sanitario nazionale (non amministrazioni centrali) con le somme dovute iscritte a ruolo anche per i contributi previdenziali e i premi assicurativi Inail. Le imposte dovranno essere iscritte a ruolo entro il 30 aprile 2012. E sono esclusi, dal perimetro di applicazione dell’intervento, le regioni sottoposte ai piani di rientro e gli enti locali commissariati. Sono queste le novità del decreto sulle compensazioni fiscali dei crediti con la p.a., che dà attuazione all’articolo 31 del dl 78/2010, presentato, ieri, dal presidente del consiglio Mario Monti, dal viceministro all’economia Vittorio Grilli, e dal ministro dello sviluppo economico Corrado Passera. Le imprese, sul punto, sperano di riuscire a strappare al governo la previsione che la data, in caso di necessità, possa essere rivista. Le pubbliche amministrazione dovranno restituire i soldi allo stato, al posto delle imprese, non oltre un anno (si veda l’anticipazione di Italia Oggi del 18/5/2012) e se dovessero sforare è previsto un meccanismo di rivalsa con il blocco dei trasferimenti da parte dello stato. Il primo step per procedere alla compensazione per le imprese, dunque, sarà quello di ottenere la certificazione. Una volta ottenuta la certificazione, attraverso una procedura ad hoc, disciplinata da uno degli altri tre decreti, oltre questo, approvati ieri, con questo pezzo di carta in mano, il creditore potrà andare dall’agente della riscossione (nella gran parte dei casi Equitalia) e indicare le posizioni debitorie che intende estinguere. Equitalia, poi, entro tre giorni, attraverso la posta elettronica certificata, invierà la richiesta all’ente debitore per verificare la veridicità della certificazione. Tempi stretti per la risposta dell’ente debitore che dovrà evadere la pratica e fornire riscontro entro dieci giorni. In caso di esito positivo il debito si compensa con il credito e l’agente deve a sua volta comunicare entro 5 giorni, sempre attraverso posta elettronica certificata, l’avvenuta compensazione. Successivamente la partita si sposta tra Equitalia ed ente debitore. Quest’ultimo è tenuto al pagamento dell’importo compensato entro 12 mesi dalla data di presentazione dell’istanza di certificazione. L’effetto di un ritardo dell’ente debitore con Equitalia è immediato: lo stato ridurrà le somme dovute attraverso i trasferimenti.
Una compensazione, dunque, dal lato dell’impresa, che se fossero rispettati i tempi indicati, dovrebbe esaurirsi in una ventina di giorni (eccetto il tempo necessario ad ottenere la certificazione, circa due mesi per le verifiche della p.a. sull’esistenza, liquidità e esigibilità del credito).
Il Sole 24 Ore – 23 maggio 2012