Nell’anno accademico 2010-2011 all’università si è iscritto meno di un diciannovenne su tre (29 per cento). Il numero delle lauree è passato dalle 172mila del 2001 alle 289mila del 2010. In otto anni, dal 2004 al 2011, anche a causa della crisi, le immatricolazioni sono diminuite del 15 per cento.
Lo rileva Almalaurea nel «XIV Profilo dei laureati italiani», che ricostruisce l’identikit dei laureati del 2011. L’indagine ha coinvolto 215.525 usciti dalle università nel 2011 (121.065 con laurea di primo livello, 62.482 con laurea specialistica/magistrale e 19.367 con laurea a ciclo unico) in uno dei 61 atenei aderenti da almeno un anno ad AlmaLaurea. Rispetto ai loro colleghi uomini, le laureate hanno raggiunto risultati migliori, quasi in tutti settori disciplinari: nel 2010 la percentuale di laureate tra i 30 e 34 anni risulta superiore a quella della popolazione maschile di quasi nove punti percentuali: 24,2% rispetto al 15,5.
Per le immatricolazioni trend con segno meno
Negli ultimi otto anni le immatricolazioni si sono ridotte del 15% per effetto combinato del calo demografico (nel periodo 1984-2009, ha visto contrarsi di quasi 370mila unità la popolazione diciannovenne), della diminuzione degli immatricolati in età più adulta e del deterioramento della condizione occupazionale dei laureati. A tutti questi fattori, rileva Alma Laurea, si sono poi aggiunti «la crescente difficoltà di tante famiglie a sostenere i costi diretti e indiretti dell’istruzione universitaria e una politica del diritto allo studio ancora carente».
Crescono i poco motivati
Sono aumentati nel corso degli anni anche i laureati «poco motivati» (dal 10 per cento del 2007 al 14 per cento del 2011. Negli ultimi otto anni le immatricolazioni sono diminuite del 15% e, a oggi, la metà degli studenti (49%) è «stanziale», cioè sceglie un corso nella stessa provincia in cui ha ottenuto il diploma. Non solo: ancora oggi 82 immatricolati su cento vengono da famiglie i cui genitori non hanno esperienza di studi universitari e 17 immatricolati su cento abbandonano nel corso dei primo anno di università.
Laurea di primo livello per le classi sociali meno favorite
Chi arriva alla laurea di primo livello – osserva Almalaurea – proviene da classi sociali meno favorite, tende a studiare sotto casa e raggiunge il traguardo a 24 anni. Il 77% intende proseguire la formazione, tra questi il 61% con la specialistica. I laureati specialistici, biennali e a ciclo unico, sono «piu» avvantaggiati socialmente e culturalmente, più disponibili alla mobilità tra sedi universitarie e hanno più esperienze di studi all’estero nel curriculum.
Sui laureati l’Italia perde il confronto con i Paesi Ocse
Nella classe di età 25-34 siamo al 20 per cento di laureati in Italia contro il 37 per cento nel complesso dei Paesi Ocse, cioè delle realtà economicamente più avanzate a livello internazionale. Attualmente circa il 20% della popolazione di età 30-34 anni è in possesso di laurea contro un obiettivo europeo del 40% per il 2020, traguardo – commenta AlmaLaurea nel report – evidentemente non raggiungibile.
Il confronto con il sistema pre riforma
Rispetto all’università pre riforma, spiega AlmaLaurea – è cresciuta la quota di giovani che terminano gli studi nei tempi previsti, è aumentata la frequenza alle lezioni, si è estesa l’esperienza di stage e tirocini svolti durante gli studi, così come le opportunità di studio all’estero (quest’ultima limitatamente ai percorsi di 2° livello). le donne rappresentano il 64% del complesso dei laureati specialistici a ciclo unico (medicina e chirurgia, odontoiatria, medicina veterinaria, farmacia, architettura e giurisprudenza).
Donne più regolari negli studi
Le donne arrivano alla laurea più giovani (26,7 anni rispetto ai 27,2 degli uomini tra tutti i laureati 2011; 25,5 anni nelle lauree di primo livello contro i 26 anni dei colleghi maschi; 27,6 anni contro 28 nelle lauree specialistiche; 26,4 anni contro 27,1 nelle specialistiche a ciclo unico). E sono più regolari negli studi. Si laurea in corso il 40,6% delle laureate 2011 contro il 36,4% degli uomini; differenze che – rileva AlmaLaurea – si riscontrano in tutti i tipi di laurea a vantaggio delle donne (in particolare, in corso è il 48,2% delle laureate nei percorsi specialistici contro il 45,7% dei laureati).
ilsole24ore.com – 21 maggio 2012