I primi set di dati disponibili riguardano le Asl e la relativa popolazione, i prodotti fitosanitari, le farmacie, le parafarmacie, i depositi e i grossisti di medicinali, i 50 medicinali senza obbligo di ricetta o da banco più venduti, gli stabilimenti di trasformazione alimentare, l’elenco dei dispositivi medici.
È online da oggi la nuova area Open Data del portale del Ministero (www.dati.salute.gov.it) dedicata alla valorizzazione, promozione e diffusione di dati pubblici prodotti dal Ministero.
I primi set di dati disponibili riguardano le Asl e la relativa popolazione, i prodotti fitosanitari (una delle sezioni più visitate del portale), le farmacie, le parafarmacie, i depositi e i grossisti di medicinali, i 50 medicinali senza obbligo di prescrizione o da banco più venduti, gli stabilimenti di trasformazione alimentare, l’elenco dei dispositivi medici. Nell’area è disponibile anche una serie di strumenti per gli utenti in grado di agevolare l’integrazione dei dati in nuove applicazioni, destinate, in particolare, al settore degli smartphone e tablet (apps).
“Con il termine Open Data – spiega una nota del ministero – si fa riferimento ad alcuni tipi di dati (informazioni, numeri, ecc.) che dovrebbero essere liberamente a disposizione di tutti coloro che ne abbiano bisogno per riutilizzarli, pubblicarli e manipolarli senza restrizioni dovute a copyright, brevetti o altri meccanismi di controllo”.
I dati sono disponibili in formato aperto, standardizzato e leggibile da un’applicazione informatica “per facilitare la loro consultazione e incentivare il loro riutilizzo anche in modo creativo”, e sono rilasciati attraverso licenze libere per favorirne la diffusione e il riutilizzo da parte di tutti i soggetti interessati.
“Il decreto semplificazioni 2012 (ora legge 35/2012) definisce gli Open Data come uno dei quattro punti fondamentali dell’Agenda digitale italiana”, ricorda il ministero, che sottolinea come la sanità elettronica sia una “necessità strategica per conciliare qualità del servizio e controllo della spesa”.
Quotidianosanita.it – 18 maggio 2012