«Il ministro ci convochi». La richiesta dei vertici della Casse di previdenza private arriva all’indomani delle risposte del ministro del Lavoro Elsa Fornero alle domande dei lettori de «Il Sole 24 Ore».
Per la prima volta il ministro ha messo nero su bianco i criteri per misurare la sostenibilità degli enti di previdenza. Dai bilanci tecnici il saldo corrente deve risultare in pareggio o in attivo nell’intero arco dei 50 anni. Inoltre, il saldo previdenziale a 50 anni «non deve essere negativo». Il mancato rispetto di questi “target” obbligherà le Casse ad adottare, da quest’anno, il contributivo pro rata (non si specifica con quali variabili) e, per un biennio, un contributo di solidarietà dell’1% per i pensionati. Fornero ha anche precisato che cosa compone il saldo corrente e quello previdenziale. Rispettivamente: entrate contributive più interessi reali sui patrimoni al netto della spesa per prestazioni; entrate contributive al netto della spesa per prestazioni.
«È positivo – commenta Andrea Camporese, alla guida dell’Inpgi (giornalisti) e dell’Adepp, l’associazione delle Casse – che il ministro abbia registrato la necessità di conteggiare il rendimento dei patrimoni nell’ambito della sostenibilità a 50 anni, pur osservando ogni singolo anno. D’altro canto il Consiglio nazionale degli attuari ha più volte ribadito con atti ufficiali la correttezza del metodo di calcolo. Occorre anche sottolineare che la legge stabilisce l’obbligo di accantonare cinque annualità delle pensioni in essere. Rendere intangibile il patrimonio accumulato in assoluto appare incongruo rispetto all’obiettivo di sostenere la spesa previdenziale nei momenti di flessione dovuti a regole pregresse o andamenti negativi del ciclo economico».
Per le Casse di tratta di rendere non solo trasparenti le regole del gioco ma anche di fissarle in modo coerente all’obiettivo che ci si propone. Se il fine è di verificare, nel medio-lungo periodo, la sostenibilità delle Casse occorre definire quali sono gli strumenti ammessi a garanzia delle pensioni degli iscritti, a copertura dei debiti. «Per mettere a punto il passaggio al contributivo – dice Paola Muratorio, presidente di Inarcassa, l’ente di ingegneri e architetti – stiamo facendo proiezioni a 100 anni, ben oltre quello che ci chiede la legge. Il nostro saldo corrente risulta sempre positivo, ma il saldo previdenziale è negativo per qualche anno in coincidenza con il pensionamento dei baby boomers. Si tratta di pochi milioni l’anno, circa 700, a fronte di un patrimonio che continuerà a crescere. Passeremo, nel periodo considerato, da 6 a 40 miliardi». Da qui la domanda: che senso ha accumulare patrimoni e negare la sostenibilità se c’è un temporaneo saldo previdenziale negativo?
Ancora: il ministro ha annunciato «linee guida» per interpretare e applicare le misure contenute, per le Casse, nel decreto legge 201/2011. «Attendiamo – afferma Camporese – convocazioni a brevissimo termine, visto il limite del 30 settembre per i bilanci tecnici. Il fatto che i parametri di proiezione dei bilanci tecnici vengano annunciati per fine giugno complica il doveroso confronto all’interno degli organi di gestione delle singole professioni».
«Le risposte del ministro – conclude Walter Anedda, presidente della Cassa dottori commercialisti – chiariscono solo in parte le questioni dubbie, per esempio non si capisce se i rendimenti, oltre l’equilibrio del saldo corrente, possono essere riportati da un anno all’altro. Occorre un confronto»
Il Sole 24 Ore – 18 maggio 2012