Potrebbe trattarsi di un attacco di insetti assassini, attirati dall’anidride carbonica e dal respiro umano
MILANO – «Ora apprezzo ancora di più la montagna e alle api va tutto il mio rispetto»: così ha dichiarato Albert Watson, veterano del Vietnam, grande amante della montagna e appassionato di nuoto, dopo essere scampato a un feroce attacco di api mentre, per l’ennesima volta, attraversava quella montagna tanto amata e tanto conosciuta
L’AGGRESSIONE – Il 69enne Albert Watson sta salendo verso la cima di un monte nel Lone Mountain Park, vicino a Las Vegas, quando viene aggredito da uno sciame di api. L’uomo ritiene più sicuro continuare la sua ascesa, ma per circa due ore gli insetti lo inseguono e lo pungono, con insistenza e senza alcuna pietà. «Le avevo nelle orecchie, nel naso e in bocca – ha raccontato Watson – e a malapena riuscivo a vedere dove stessi andando».
PIU’ DI TRECENTO PUNTURE – Alla fine gli sono state contate più di trecento punture. Ma il veterano del Vietnam non ha mai pensato nemmeno per un momento di non farcela. Forse perché addestrato ad affrontare paure e difficoltà, forse perché confidente nella natura, Watson non è andato nel panico e ha deciso probabilmente per la soluzione migliore: quella di non percorrere la strada in discesa. Solo alla fine della salita infatti gli insetti hanno mollato definitivamente la presa e poco dopo la vittima è stata soccorsa da alcuni escursionisti e trasportato in elicottero al più vicino ospedale, dal quale è già stato dimesso in buone condizioni.
LE RAGIONI DELLE API – Ma perché un atteggiamento così aggressivo? Subito si è pensato che fosse in ragione di una vicinanza eccessiva di Albert Watson a un alveare. Gli insetti si devono essere sentiti minacciati da una presenza troppo incombente. Ma probabilmente c’è qualcosa di più. Nella zona vicino a Las Vegas in questo periodo si sono registrati altri attacchi sospetti, tanto che per esempio è stata recentemente interrotta una partita di softball a causa dell’invasione di uno sciame. Del resto secondo gli entomologi questa è la stagione nella quale le api raggiungono il periodo di massima attività e dunque probabilmente anche di aggressività. Ma un esperto di entomologia, Grady Jones, addebita l’attacco subito da Albert Watson a una categoria di insetti specifica (api assassine) e fa notare che questo tipo di api, chiamate africanizzate (in quanto ibrido tra una specie africana ed europea), sono particolarmente feroci e vengono attratte dall’anidride carbonica. Una soluzione per sviare l’attacco potrebbe essere quindi quella di coprirsi il volto, evitando di liberare troppo il respiro. Oltre a stare alla larga dalla loro casa che le api, come qualsiasi animale, tendono giustamente a difendere e a tutelare.
Corriere.it – 17 maggio 2012