La Regione taglia al privato convenzionato 38 milioni di euro e le cliniche rispondono programmando centinaia di licenziamenti, «necessari a sopravvivere». Il nodo del contendere è la delibera, slittata più volte e ieri approvata dalla giunta Zaia, che fissa il numero massimo di ricoveri e i tetti di spesa 2012 per le strutture accreditate.
Il budget concesso quest’anno è di 447.745.000 euro, dei quali 364.100.000 per l’assistenza ospedaliera e 83.645 per la specialistica ambulatoriale. Il limite delle degenze è invece di 87.228. «E’ stato un lavoro difficile, ma ne è scaturita una decisione equilibrata – spiega l’assessore alla Sanità, Luca Coletto — garantisce al convenzionato le risorse sufficienti e ottimizza la spesa, senza intaccare il servizio al cittadino. La parte relativa ai finanziamenti a funzione (4 milioni di euro, ndr) sarà oggetto di una successiva delibera, da sottoporre alla quinta commissione».
I tetti di spesa sono stati determinati considerando: l’ottimizzazione dell’offerta complessiva in ogni Usl e in quelle limitrofe; un budget che non superi il massimo di spesa sostenibile; il rispetto degli obblighi assunti con il Patto della Salute circa l’appropriatezza clinica delle prestazioni erogate, dell’equilibrio di bilancio e del contenimento della spesa pubblica. Tecnicamente, spiegano da Palazzo Balbi, si è arrivati al budget finale analizzando il volume di attività assegnato ad ogni struttura nel 2010 e nel 2011, la spesa effettivamente sostenuta dalla Regione, l’obiettivo del tasso di ospedalizzazione a 140 per mille abitanti, la possibilità di erogare molte prestazioni in ambulatorio, senza ricovero. Ma Vittorio Morello, presidente veneto dell’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata), offre una lettura molto diversa: «Hanno tagliato a tutti il 5% di incremento finanziario, l’anno scorso assegnato per coprire l’inflazione pregressa: parliamo di 28.100.000 euro. Altri 10 milioni sono stati tolti dai singoli budget di sei presidi, di fatto massacrati, che portano la decurtazione complessiva a 38,1 milioni. Cifra importante, soprattutto se sommata agli 89,5 milioni che ci avevano già sottratto nel 2011. Una decisione che mina la sopravvivenza di molte cliniche, per non chiudere costrette a predisporre piani di esubero, che si tradurranno in centinaia di licenziamenti. E senza ammortizzatori sociali. Non avremmo mai pensato di arrivare a questo punto, siamo riusciti a stare a galla dopo la scure dell’anno scorso ricorrendo a prestazioni di privato puro però possibili solo nell’ambulatoriale, nemmeno pensabili nei ricoveri. E’ indispensabile un incontro con la Regione».
Soprattutto per le strutture più penalizzate. Cioè il Policlinico San Marco di Mestre (da 21,3 milioni a 18); Villa Salus di Venezia (da 19 a 16 milioni); San Francesco di Verona (da 11,9 a 10,5); Eretenia Vicenza (da 13,7 a 12); Villa Berica di Vicenza (da 12 a 11); Madonna della Salute di Porto Viro (da 17,9 a 17,5). Un terzo dei dipendenti di Policlinico San Marco (450) e Villa Salus (400) rimarrà a casa nei prossimi mesi. «Il taglio di 3,3 milioni si somma ai 2,7 dell’anno scorso – precisa Francesco Camisa, vicedirettore generale del Policlinico — i costi vivi sono soprattutto quelli dei dipendenti, ecco la necessità di un piano di rientro che prevederà il licenziamento di più di un terzo del personale ». «Al di là dei proclami di solidarietà, la Regione ha fatto ben poco — riflette Pier Mario Bassano, consulente amministrativo di Villa Salus — anche per noi i tagli ricadranno sull’organico ». Dopo il bastone, la carota: ieri la giunta Zaia ha approvato il già annunciato finanziamento di 46.409.000 euro all’Usl 12 Veneziana per saldare i debiti con i fornitori di Policlinico, Villa Salus, Irccs San Camillo e Fatebenefratelli. Così si potranno pagare gli stipendi ai dipendenti.
Corriere Veneto – 16 maggio 2012