Sanità nel mirino della spending review. E non solo per i trasferimenti 2013. Mentre il supercommissario Enrico Bondi è al lavoro, in stretto contatto con il ministro per il Programma Piero Giarda, sulla spesa sanitaria si lavora anche nella logica di un contenimento immediato dei costi. Immediato quanto?
L’intervento potrebbe riguardare la stessa ripartizione alle Regioni del Fondo di 108 miliardi per il servizio sanitario nazionale. Ripartizione che gli enti locali aspettano e che avrebbero voluto chiudere nel corso dell’ultima riunione della Conferenza Stato Regioni, giovedì scorso. Invece è arrivato lo stop del ministero dell’Economia contro il parere dello stesso ministro della Salute Balduzzi, favorevole invece a compiere un passo avanti su una partita oggetto già di una lunga trattativa. Le Regioni, poi, lo considerano pratica- mente un atto dovuto. Tutto sembra rinviato al 22 maggio, quando si terrà una riunione straordinaria della Conferenza unificata. Resta dunque una settimana per trattare. Insomma, sulla Sanità si riapre il capitolo dei risparmi immediati. Proprio quello che temono i governatori che hanno già impegnato i fondi oggetto del riparto. Ma la missione affidata a Enrico Bondi che dovrà potare il caotico mondo delle forniture alla pubblica amministrazione non potrà non fare i conti con Asl e ospedali. Il governo conta di recuperare entro ottobre 4,2 miliardi per scongiurare l’aumento delle aliquote Iva. Bondi dovrà farsi carico di rastrellare la metà di questa cifra dagli acquisti della P.a. e buona parte della somma dovrà arrivare dalla spesa sanitaria. O ampliando il metodo Con-sip per centralizzare gli acquisti o ricorrendo alla definizione di costi standard. I tagli già attuati (-0,6% la spesa 2011 rispetto al 2010) non hanno infatti impedito ai cosiddetti «consumi intermedi», cioè gli acquisti di farmaci, siringhe, macchinali e via dicendo, di crescere del 3,6% alla vertiginosa quota di 29,06 miliardi nel 2011. Una montagna di denaro pubblico a cui vanno aggiunti altri 40,6 miliardi per le prestazioni acquistate da privati (-1,8% sul 2010), si legge nel Documento Non basta. 169 miliardi di spesa per consumi intermedi nella sanità rappresentano la metà dei 135,6 miliardi spesi complessivamente per acquisti nella P.a. Si tratta di quasi la metà dei 295,1 miliardi di spesa «aggredibile» nel medio periodo secondo i calcoli presentati da Giarda. Subito dopo, infatti, viene la spesa per il personale: 122,1. Ecco perché il governo punta ad eliminare sprechi che in questo settore potrebbero arrivare al 33% della spesa rivedibile complessiva. Ma ci vuole tempo e occorrerebbe arrivare almeno al 2014. Qui, invece, servono risparmi entro ottobre 2012. Mantenendo la stessa proporzione, quasi 1,5 miliardi deve comunque arrivare dalla sanità. Operazione delicata e complessa visto l’impatto della Sanità sulla vita dei cittadini. E nel fare i tagli occorre, davvero, usare il bisturi per evitare di tagliare non gli sprechi, ma i servizi. In arrivo risparmi sugli acquisti di Asl e ospedali
Messaggero – 14 maggio 2012