Fornero: questi finanziamenti possono aiutarci a creare una nuova assistenza. La scossa di Barca sui fondi strutturali. Per gli asili nido 400 milioni di euro
ROMA – Il governo spinge l’acceleratore sull’uso dei fondi strutturali europei. E dopo aver stornato a dicembre 3,7 miliardi di euro gestiti dalle Regioni, ma bloccati, per destinarli a nuovi progetti di investimento, decide per la riprogrammazione anche dei fondi gestiti direttamente dallo Stato. Che, come gli altri, giacciono fermi su un binario morto.
La seconda fase del Piano di Azione sui fondi comunitari, coordinata dal ministro della coesione Fabrizio Barca, e varata ieri dall’esecutivo, prevede infatti la cancellazione di 2,3 miliardi di interventi gestiti dalle amministrazioni centrali dello Stato, con i Programmi operativi nazionali, in quattro regioni del Sud: Campania, Calabria, Puglia e Sicilia. La maggior parte dei nuovi progetti che saranno finanziati con i fondi Ue saranno indirizzati alla crescita dell’economia, ma oltre un miliardo sarà destinato alle politiche sociali e al sollievo della povertà. A questi si aggiungeranno circa 200 milioni di euro di fondi nazionali, gestiti dal ministero del Lavoro e da quello dell’Integrazione guidato da Andrea Riccardi, che ha parlato di famiglie italiane diventate «fragili e vulnerabili».
«Il governo – ha detto ieri il presidente del Consiglio, Mario Monti, illustrando l’operazione nel corso di una conferenza stampa – si propone di contribuire ad attenuare il disagio e le difficoltà dei più colpiti dalla crisi e, nel medio termine, ridurre le persone e le famiglie a rischio di povertà». «Con questi provvedimenti – ha aggiunto Monti – poniamo l’equità in primo piano». I fondi destinati all’inclusione sociale sono 845 milioni di euro, gran parte dei quali saranno assorbiti dai programmi per la creazione, nelle quattro regioni meridionali, di nuovi asili nido e di programmi per l’assistenza domiciliare degli anziani.
Per gli asili nido ci sono 400 milioni di euro, con l’obiettivo di realizzare 18.500 nuovi posti entro il 2015, mentre per l’assistenza domiciliare agli anziani non autosufficienti (che costa meno della metà rispetto alla loro ospedalizzazione) il governo ha messo sul piatto 330 milioni di euro. «Sono progetti sperimentali, perché i fondi non basterebbero per assistere tutti coloro che ne avrebbero bisogno, ma se funzioneranno ci potranno servire per disegnare, domani, un nuovo modello di assistenza» ha detto il ministro del lavoro, Elsa Fornero. Altri 220 milioni di euro saranno destinati ai giovani, sia per la loro inclusione (con progetti per contrastare la dispersione scolastica e favorire le iniziative non profit), che per la crescita, anche con la promozione dell’apprendistato. Cinquanta milioni andranno alla nuova social card.
Un pacchetto di 900 milioni di euro è riservato alle imprese delle quattro regioni del Mezzogiorno, per rafforzarne la competitività e l’innovazione: ci saranno più risorse sul Fondo Centrale di Garanzia, iniziative di sostegno all’esportazione ed altre che punteranno, attraverso i nuovi Contratti di Sviluppo, a favorire l’attuazione di progetti strategici di grande dimensione. Tra i nuovi strumenti individuati dal governo per favorire la crescita ci sono anche iniziative che puntano sulla domanda pubblica di ricerca e innovazione, con bandi di «idee» propedeutici alla pubblicazione di bandi commerciali innovativi. Altri 330 milioni di euro sono destinati alla conservazione e al rilancio di una ventina di aree di attrazione culturale del Mezzogiorno: da Sibari a Locri, a Capodimonte, al Castello Svevo di Bari, al polo museale di Siracusa e Ragusa.
13 maggio 2012 – Corriere.it