I fallimenti aumentano, i tempi della giustizia non si riducono. L’analisi dei dati di Cerved Group sul periodo gennaio-marzo 2012 evidenzia un quadro ancora difficile per le imprese, con procedure di default in crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente, sedicesimo trimestre consecutivo di aumento.
In valore assoluto le 3mila nuove procedure aperte sono vicine al massimo storico e a questo bilancio negativo va aggiunto l’onere dei tempi “biblici” per liquidare i creditori.
La durata media delle procedure, secondo i dati Cerved Group, ha sfiorato il picco di 9 anni nel 2010 per ridursi solo in modo marginale a 8,6 anni nel 2011. Si tratta comunque della prima inversione di tendenza dopo dieci anni di crescita costante di questo indicatore, partito da quota 5,7 anni nel 2000.
Se questa è la media dei tempi per ottenere la liquidazione dei crediti, ancora più eclatante è l’inefficienza del sistema analizzando gli estremi, dove ad esempio il 17,3% dei fallimenti chiusi nel 2011 si riferisce a imprese entrate in procedura prima del 1996. Ampie anche le differenze territoriali, dove tra i dati migliori del Trentino-Alto Adige (5,7 anni) e i peggiori della Sicilia (11,6) vi è una variabilità superiore al 100%.
Tornando ai fallimenti, dal punto di vista settoriale si conferma il trend dello scorso anno con i dati peggiori per l’edilizia, che vede i default crescere dell’8,4%. Segnali positivi invece per l’industria, che registra un calo sensibile, pari al 7,2%, legato a miglioramenti nel comparto dei beni intermedi, della meccanica, dei mezzi di trasporto e della produzione di metalli. Sistema casa e moda, invece, continuano a soffrire. Il progresso della manifattura si “legge” su base territoriale nella performance positiva di Veneto ed Emilia-Romagna, dove la frenata delle nuove procedure è superiore al 12%.
Il Sole 24 Ore – 8 maggio 2012