Le riduzioni non saranno lineari ma selettive e coinvolgeranno, oltre allo Stato centrale, Regioni e Comuni. Direttiva ai dicasteri, 80 miliardi di pagamenti da “rivedere”
Una spesa “rivedibile” nel breve periodo per 80 miliardi, ma che nel medio periodo può salire a 295 miliardi. All’interno c’è di tutto dai ministeri, alle Regioni, ai Comuni, dalle Prefetture ai Tribunali. E’ questa la spending review di Piero Giarda che ieri ha illustrato il suo rapporto in consiglio dei ministri. A più presto, per quest’anno, una riduzione della spesa per 4,2 miliardi necessaria per scongiurare l’aumento dell’Iva previsto da ottobre. Una riduzione di 4,2 miliardi, sottolinea Palazzo Chigi, da ottenersi in 7 mesi (tra il primo giugno e il 31 dicembre 2012) “equivale a 7,2 miliardi su base annua e corrisponde perciò al 9% della spesa rivedibile nel breve periodo (80 miliardi)”. I tagli “non saranno orizzontali ma mirati”, sottolinea il governo. Un direttiva impone ai ministri di consegnare entro fine mese i piani di riduzione della spesa altrimenti interverrà la presidenza del Consiglio.
Beni e servizi
Consumi intermedi, ovvero beni e servizi per un totale di 135,6 miliardi di spesa “rivedibile” nel medio periodo. E’ questo l’aggregato, quantificato dal Rapporto Giarda, su cui dovrà agire il neo commissario Bondi. Tra i compiti affidati al Commissario ci sono quello di coordinare l’attività di approvvigionamento di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione, incluse tutte le amministrazioni, autorità, anche indipendenti, organi, uffici, agenzie o soggetti pubblici, gli enti locali e le Regioni. Inoltre Bondi dovrà assicurare una riduzione della spesa per acquisti di beni e servizi, per voci di costo, delle amministrazioni pubbliche. “Il Commissario – si legge poi nel comunicato di Palazzo Chigi – potrà segnalare al Consiglio dei ministri le norme di legge o regolamento che determinano spese o voci di costo che possono essere razionalizzate. Potrà inoltre proporre al governo la sospensione o la revoca di singole procedure relative all’acquisto di beni e servizi”.
Giustizia
Giustizia e spese relative in prima fila nella spending review. Nel mirino giudici di pace, Tribunali e uffici di Procura. Secondo il piano diffuso ieri da Palazzo Chigi il taglio più severo si indirizzerà verso i giudici di pace, ai quali si ricorre per le vertenze di piccola entità (caso più frequente, le multe per violazioni del codice della strada): attualmente ci sono 848 giudici di pace che dovranno ridursi a 174, con un risparmio, valutato dal rapporto, di 28 milioni di euro l’anno. Per Tribunali, sedi distaccate e uffici di Procura, si prevede una riduzione che consentirà di risparmiare 3.600 unità di personale amministrativo che sarà “riassegnato dove vi sono carenze”. L’intervento consentirà di recuperare 600-750 magistrati togati con un risparmio di 45-60 miliardi l’anno. Inoltre il ministero emanerà un bando per mobilità esterna al fine di coprire gli organici scoperti al Centro-Nord per utilizzare il personale in esubero negli altri uffici giudiziari.
Enti locali
Allarme spesa per Comuni e Province. Due le indicazioni di lavoro che saranno presto poste sul tavolo degli enti locali provenienti dalle slide del ministro per i rapporti con il Parlamento Piero Giarda che illustrano il Rapporto sulla spending review. La prima osservazione riguarda la spesa dei Comuni sotto i 10 mila abitanti: sono i più piccoli a spendere di più. Una indicazione verso la concentrazione di servizi e l’abolizione dei microcomuni. La seconda indicazione è rivolta alle Province: anche in questo caso le province di maggiori dimensioni hanno spese per abitante “notevolmente” più basse delle province piccole. Anche in questo caso l’indicazione va verso l’accorpamento. In Parlamento sta infatti maturando un orientamento largamente condiviso – spiega una nota – volto a concentrare nelle province poche funzioni operative (territorio, trasporti e mobilità) unitariamente a una “drastica riduzione delle attuali province”.
Istruzione
Anche il ministero dell’Istruzione pagherà il suo prezzo alla spending review. Sistemi informatici, spese per affitto, riorganizzazione della struttura territoriale: tutto ciò per portare a un risparmio che non viene quantificato dal governo. Tuttavia la tabella che dà conto della spesa “rivedibile” nel medio periodo indica in totale i costi tagliabili per l’Università ed altri enti in 15,4 miliardi. Si passerà per uno snellimento della spesa centrale attraverso l’utilizzo dei sistemi informatici, mediante la riduzione a partire dal 2014 del 50% della spesa per affitti (e del 10 già a partire dal 2013). Si prevede inoltre una riorganizzazione delle strutture territoriali del ministero con un intervento sui Provveditorati e il trasferimento ad altre funzioni del personale. In calendario anche la razionalizzazione dei distacchi e del personale comandato in altre amministrazioni e il riequilibrio della rete scolastica aumentando il rapporto tra alunni e docenti.
Interni
Prefetture, Vigili del Fuoco, Polizia di Stato. Le strutture periferiche di questi servizi rappresentano l’80 per cento della spesa del ministero degli Interni. La spesa analizzata è di 8 miliardi per retribuzioni, consumi intermedi e acquisto di beni e servizi. L’organizzazione su base provinciale di queste attività pesa sui conti dello Stato per 400 milioni: costi fissi che aumentano le spese dove la popolazione è scarsa. Inoltre la spesa per abitante al Centro-Sud risulta più alta rispetto al Centro-Nord perché il numero di occupati, a parità di condizioni, è maggiore; anche la retribuzione al Sud è più alta – spiega il rapporto – “a causa del ciclo: assunzione al Nord, scatti di anzianità, trasferimento al Sud”. La spesa complessiva per beni e servizi è di 1,7 miliardi all’anno, i contratti di locazioni di sedi e distaccamenti locali pesano per 400-600 milioni. Le Prefetture costano in media 9,77 euro per abitante, ma in Lombardia si scende a 5,93 e in Molise si sale a 29,35.
Trasporti
Rivoluzione nel sistema che amministra i trasporti in Italia: dalle sede locali, a quelle centrali, dalla Motorizzazione alle autorità portuali, con un forte snellimento della stessa struttura del ministero. Si parla di una riduzione con effetto immediato degli organici e di una forte razionalizzazione delle strutture territoriali del ministero con l’obiettivo di calibrare il personale “in relazione al carico di lavoro e alla dimensione della scala di attività”. In agenda anche la riforma della motorizzazione civile che dovrebbe trasformarsi in una agenzia di servizi autofinanziati. Il piano Monti-Giarda prevede anche una riforma del trasporto pubblico locale con il trasferimento alle Regioni di alcuni servizi ancora gestiti direttamente dal ministero. Nel mirino anche le autorità portuali che saranno ridotte di numero e riqualificate. Si studiano anche nuove forme di sostegno all’autotrasporto oggi basate su incentivi e sconti fiscali.
repubblica.it – 1 maggio 2012