L’esodo massiccio previsto a partire dal 2015 può subire una diversa distribuzione: una accelerazione tra 2012 e inizio 2013 e, successivamente, un forte rallentamento
Cambia la gobba pensionistica che aveva scatenato l’allarme dei medici per la carenza che avrebbe generato dal 2015 in poi: «L’esodo massiccio previsto a partire dal 2015 dei medici costituenti la gobba della pletora medica degli anni Ottanta (v. Il Sole-24 Ore Sanità n. 36/2011) – spiega Maurizio Benato, vicepresidente FnomCeO in un intervento sul numero de Il Sole-24 Ore – può subire una diversa distribuzione: un’accelerazione, che possiamo prevedere per l’anno in corso e l’inizio del prossimo, alla corsa al pensionamento di una coorte di circa 50.000 medici afferenti alle classi dei nati tra il 1947 e il 1952 e, successivamente, un forte rallentamento nell’uscita pensionistica per le classi a seguire nei prossimi anni e probabilmente fino alla metà degli anni Venti. L’aumento previsto del fabbisogno di medici andrebbe pertanto rivisto alla luce di questa novità».
Benato quindi ridimensiona l’allarme. Ma il problema che si apre è un altro : «La programmazione sanitaria del Paese non può prescindere da una valutazione appropriata e corretta del fabbisogno delle diverse figure presenti nella filiera della cura. Negli ultimi anni più volte è stata posta l’attenzione sulla possibile carenza di medici, in previsione dell’impatto che la “gobba” della pletora degli anni ’80 avrebbe avuto sull’erogazione delle cure con il raggiungimento dell’età della quiescenza dei suoi componenti.
Il fenomeno impone immediate decisioni, nella consapevolezza che la formazione dei camici bianchi richiede non meno di dieci anni tra studi di base e formazione specialistica. Le problematiche all’attenzione dei decisori impongono primariamente una chiara e consapevole conoscenza dei contesti in cui si andrà a collocare la nostra figura professionale. Oggi cure e assistenza non fanno più perno sul singolo medico ma sempre più sono basate su una divisione del lavoro, in cui si intersecano competenze diverse».
Secondo Benato «ciò reclama modelli sempre più efficienti: di un’organizzazione multiprofessionale in cui aree di intervento tradizionalmente occupate dai medici vengono gestite nel contesto di un governo clinico che richiede a sua volta regole virtuose di cooperazione nel rispetto delle competenze».
Il Sole 24 Ore sanità – 30 aprile 2012