Piccoli e grandi scelte di consumo. Abitudini quotidiane e acquisti eccezionali. Il fisco raccoglie già adesso tanti frammenti della vita quotidiana degli italiani. Colpa del buco lasciato ogni anno dal sommerso e dall’evasione.
Le fonti da cui arrivano in automatico dati o informazioni su ognuno di noi si sono moltiplicate negli anni nel tentativo di consentire all’amministrazione finanziaria di fotografare sempre più nel dettaglio l’effettivo tenore di vita dei contribuenti, rapportarlo ai redditi dichiarati e controllare chi indica in Unico importi molto inferiori a quanto effettivamente ha a disposizione. Flussi di bit che mettono già adesso sotto pressione le reti del fisco. Ma non basta, perché l’imminente futuro riserverà nuove comunicazioni che andranno a ingrossare ulteriormente i server dell’Anagrafe tributaria.
Proviamo a vedere nel dettaglio. Stipulare un contratto per la fornitura di energia elettrica, acqua o gas non è una decisione senza conseguenze “tracciabili”. Le società che erogano il servizio devono mappare le utenze per l’amministrazione finanziaria anche con l’indicazione dei dati catastali degli immobili in cui sono attivate. E per il telefono? Per ora i gestori dovevano segnalare solo gli utenti business, vale a dire imprese, autonomi, professionisti. Entro il 1° ottobre, invece, arriveranno anche le utenze domestiche (il caro “vecchio” telefono di casa) e soprattutto, vista la diffusione, i cellulari e gli smartphone: così il credito acquistato nel 2011 finirà nel cervellone del fisco.
Anche la vita fuori di casa presenta tanti aspetti di interesse per l’amministrazione finanziaria. Ad esempio, l’iscrizione o la cancellazione nelle liste degli Ordini professionali vengono segnalate. Sempre per restare in ambito lavorativo, le strutture sanitarie private sono tenute a indicare i compensi riscossi per conto di medici e paramedici in relazione alle prestazioni di attività autonoma svolte al loro interno. Ma gli “X-files” del fisco annoverano anche i dati su imbarcazioni, aerei, polizze assicurative.
La tendenza di fondo, però, è di “arricchire” il patrimonio disponibile. Un po’ come dovrebbe avvenire con i conti correnti bancari e gli altri rapporti finanziari, in cui oltre alla segnalazione di apertura, variazione o chiusura dovranno entrare – non appena l’Agenzia varerà il provvedimento definitivo di attuazione – anche i saldi. In questa direzione vanno anche gli adempimenti creati ad hoc negli ultimi anni, che non pochi problemi (per il tempo e le risorse che assorbono) hanno creato a professionisti e imprese.
Primo fra tutti lo spesometro. La segnalazione nasce con un duplice obiettivo: intercettare lo shopping di lusso delle persone fisiche e allo stesso tempo sapere qual è il volume di affari delle attività commerciali ed economiche tenute ai versamenti Iva. Si sta concludendo in questi giorni la prima “infornata” di dati relative agli acquisti da 3.600 euro a salire effettuati nel secondo semestre dello scorso anno. Dentro ci saranno i viaggi, l’acquisto di mobili e gioielli preziosi, l’abbigliamento griffato. Un meccanismo che ha obbligato i commercianti a schedare i big spender, chiedendo loro anche il codice fiscale. Né meno problemi ha creato il monitoraggio sulle operazioni tra partite Iva (quelle che in gergo si chiamano business to business). In questo caso, l’obbligo di comunicazione riguarda gli scambi a partire da 3mila euro. La difficoltà maggiore è stata quella di individuare cosa andasse comunicato e cosa, invece, dovesse essere escluso.
Così il decreto fiscale – appena convertito dal Parlamento – ha deciso di azzerare la soglia e di chiedere tutti i dati ma solo a partire dall’adempimento del prossimo anno: un ritorno al passato (recente) con la reintroduzione dell’elenco-clienti fornitori. Una scelta da non sottovalutare, perché il flusso di informazioni che viaggerà dal 2013 sarà giocoforza destinato ad aumentare e metterà ancora di più sotto pressione le autostrade telematiche. Tra l’altro, in autunno giungerà pure la prima comunicazione (slittata da inizio aprile) dei beni assegnati a soci e familiari.
Insomma, una vera e propria valanga di informazioni che, oltre alla tenuta e alla sicurezza delle reti, pone anche la questione di un utilizzo selettivo e mirato nel contrasto all’evasione.
ilsole24ore.com – 30 aprile 2012