Monti va avanti, nonostante le fibrillazioni nella maggioranza, e l’avvicinarsi di una data, quella delle elezioni amministrative, che fa tremare i leader di tutti i partiti.
Il governo incassa infatti la quindicesima fiducia con 459 sì, 71 no e 10 astenuti, e l’approvazione del decreto fiscale che ora torna all’esame del Senato. Il via libera al provvedimento che contiene la norma sull’assegnazione delle frequenze Tv (che ha provocato l’ira del Pdl) e la nuova Imu è certamente una notizia destinata a diradare i dubbi sulla tenuta del governo anche se Monti, che ieri è salito al Quirinale per illustrare a Napolitano le linee guida del Documento di Economia e Finanza, comincia a rendersi conto che i prossimi mesi, per il governo, saranno quelli più difficili. Per ora, comunque, il premier resta fedele al suo aplomb, anche se non rinuncia a fare pressing sui partiti che lo sostengono affinché approvino il più rapidamente possibile le riforme senza le quali non ci sarà crescita o sviluppo. Cosa che il premier ha fatto anche ieri, intervenendo alla cerimonia di insediamento del presidente del Consiglio di Stato, Giancarlo Coraggio. «I tempi e i modi dell’azione amministrativa possono incidere sulla competitività del paese, sul sistema economico e giuridico, mentre la burocrazia può costituire un freno allo sviluppo e alla crescita» avverte Monti, che non perde occasione per ricordare che il paese «esige» le riforme e che non c’è tempo da perdere. Quel che è certo è che il governo, dopo le elezioni amministrative, dovrà affrontare una fase che si annuncia all’insegna dell’incertezza. Sono giorni, del resto, che nei palazzi della politica si è tornato a parlare di voto in autunno se le amministrative non premiassero Pd, Pdl e Terzo Polo. La fibrillazione in queste ore è tale che Berlusconi, dopo la norma che ha cancellato l’assegnazione gratutita delle frequenze Tv, ha deciso di annullare l’incontro con Monti. A creare malumore e preoccupazione sono soprattutto le parole di Pier Ferdinando Casini, che due sere fa ha proposto la trasformazione della “strana maggioranza“ Pd-Pdl–Terzo Polo in “alleanza politica” e, se possibile, anche “elettorale”. Fantapolitica? L’idea, tanto cara ai centristi, mette in agitazione il Pdl. «Casini non può chiedere a un governo tecnico che ha avuto la nostra fiducia di schierarsi» taglia corto Maurizio Lupi. Ma la questione non entusiasma neanche il Pd. Pier Luigi Bersani premette che «finché c’è questo governo, con questi equilibri, i ministridevono fare i ministri». Ma poi aggiunge che, anche se tecnici, i ministri sono sempre persone e hanno quindi tutto il diritto di scegliere da che parte stare: «Se a un certo punto faranno outing e diranno come la pensano, avranno tutto il diritto di partecipare alla vita politica». Invitati a schierarsi, per il momento, dai ministri interessati non arrivano conferme. Corrado Passera evita di rispondere a qualsiasi domanda mentre l’annuncio di un disimpegno arriva dal ministro della Cooperazione, Andrea Ri ccardi: «Farò il mio lavoro di ministro fino alla fine del governo Monti, poi tornerò a fare le cose di sempre. Ho in mente di scrivere un libro…». La fase due del governo, per il Professore non sarà facile. Anche perché dai partiti che lo sostengono in Parlamento cominciano ad arrivare critiche esplicite. Bersani ricorda che sull’Imu la proposta del Pd «era un po’ diversa» e prevedeva anche un’imposta sui grandi patrimoni immobiliari mentre Fabrizio Cicchitto chiede a Monti di «interpretare una nuova fase» e spiega perché: «Il 70% del nostro elettorato è scontento. C’è un limite al rigore, superato il quale arriviamo al rigor mortis».
Il Mattino di Padova – 20 aprile 2012