Analisi di un fenomeno. Negli ultimi giorni un capriolo investito a Dueville e un cervo travolto a Zanè. Solo nel Vicentino ogni anno cento incidenti con le auto
La scorsa settimana un giovane esemplare saltellava nel traffico cittadino e per le piazze del centro storico di Thiene fino a ferirsi, all’alba di mercoledì un altro zigzagava sulle strade di Dueville e a un incrocio è piombato davanti a un’auto, finendo per essere investito, senza via di scampo. E’ sempre più metropolitano il Bambi che vive nel Vicentino. Sempre più spesso il capriolo lascia le colline per scendere in pianura. Ecco perché non è più una rarità incrociarlo in città, ecco perché bisogna prestare grande attenzione in auto, soprattutto nelle zone segnalate, per la propria incolumità e per quella dell’animale selvatico, che l’anno scorso è stato vittima di oltre un centinaio di incidenti stradali insieme ad altre specie. Tra queste il cervo. L’ultimo episodio risale a lunedì notte, a Zanè, sulla strada per Santorso: un esemplare di cervo è stato travolto da una vettura in transito il cui conducente però non si è fermato e non ha chiamato le forze dell’ordine. Semplicemente ha tirato dritto.
A contattare la polizia provinciale e a far rimuovere la carcassa dell’animale ci ha pensato l’automobilista che seguiva, che lo ha arrotato e per questo ha rischiato di uscire fuori strada. In passato, in zona Valdastico, i cervi sulla carreggiata avevano anche provocato il cappottamento delle auto in transito, tanto è grande la loro mole: fino ai duecento chili. «Cervi e caprioli, ma anche i camosci, si stanno ripopolando e stanno tentando di allargare i confini del loro habitat fino alla pianura – spiega Danilo Mainardi, etologo, professore emerito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia – ma è anche vero che si tratta di animali che sono più preda che predatori e che di questi ultimi non c’è traccia. E in tal modo non si riesce a mantenere un equilibrio ». Dell’aumento di esemplari sulle colline del Vicentino e pure nella zone di Verona e Treviso parla anche il comandante della polizia provinciale berica, Claudio Meggiolaro. «Da qualche anno si contano sempre più caprioli e cervi. Questi ultimi, legati al bosco e non all’ambiente montano, abbandonano le alture e scendono in collina. Con loro i caprioli che hanno scelto i Colli Berici come casa: sono molti quelli che si sono insediati nel nostro territorio. Si contano anche dei gruppi stanziali – afferma ancora il referente della polizia provinciale – Non stupisce affatto che raggiungano la pianura. Nessun fenomeno eccezionale: capita ogni anno tra aprile e maggio che i caprioli arrivino sulle nostre strade, nei centri abitati. E per questo c’è una spiegazione logica: le femmine di capriolo si apprestano a partorire e allontanano i figli nati l’anno precedente.
Il problema è dei giovani maschi che entrano in conflitto con gli adulti per il predominio del territorio. La competizione si risolve in fretta: i più giovani si spostano, vagano alla ricerca di nuovi spazi, ed ecco come arrivano in strada. Quelli che finiscono sotto le ruote delle auto sono infatti giovani caprioli – spiega ancora Meggiolaro – gli incidenti sono numerosi in questo periodo dell’anno: fino a due al giorno. L’anno scorso ne abbiamo contati complessivamente 101: nel 70-80% dei casi gli animali selvatici muoiono sul colpo, gli altri a distanza di qualche ora o giorno nel bosco. Difficile che riescano a sopravvivere». Ma il numero degli incidenti potrebbe essere ben più alto, considerando che non sempre vengono segnalati. Capita infatti che chi investa l’animale selvatico non si fermi e non allerti i soccorsi, nonostante lo preveda il Codice della strada, pena una multa che va dai 389 euro fino a oltre 1500. E’ sufficiente contattare le forze dell’ordine, giorno o notte. Il comandante della polizia provinciale di Vicenza raccomanda massima prudenza, soprattutto nelle strade dove esistono precisi segnali, anche luminosi. E allarga poi il campo anche ad altri animali: ai tassi, che, usciti dal letargo, si ritrovano sempre più spesso morti o feriti a lato strada, e ai cinghiali. «Sono in espansione perché di facile riproduzione. Sono presenti soprattutto nei boschi di Altavilla Vicentina, tanto che la scorsa settimana sono stati segnalati pure nel giardino di casa del sindaco – fa sapere Meggiolaro – la loro presenza è un rischio per la fauna e per le colture; metteremo delle trappole: cinque sono già stati abbattuti ».
Corriere del Veneto – 19 aprile 2012