Agire subito, senza aspettare che la tempesta passi. È un messaggio chiaro quello lanciato oggi dal premier Mario Monti aprendo la riunione del Consiglio dei ministri che vede all’ordine del giorno l’approvazione del Documento di economia e finanza (Def), incentrato sul nuovo quadro macroeconomico italiano dei prossimi anni.
Riforme strutturali per una trasformazione profonda
Seguendo la traccia della la relazione introduttiva del Def, Monti ha sottolineato che «Non é possibile aspettare che la tempesta passi e la parentesi si chiuda», questo perché «la crisi che viviamo dal 2008 può avere un impatto duraturo e profondo sul potenziale di crescita dell’Italia, anche se é stato evitato uno shock distruttivo». Monti richiama poi la “Strategia Europa 2020” che esorta ad affrontare le crisi con provvedimenti strutturali: «Per il nostro paese questo significa aggredire le criticità del suo sistema economico e produttivo, che sono note, e impostare una trasformazione profonda».
Nuova crescita solo dal 2013
La relazione che accompagna il Def permette al premier di toccare i sintomi della crisi del sistema Italia, a cominciare dal disagio occupazionale che «tocca direttamente o indirettamente quasi la metà delle famiglie», e «con particolare durezza i lavoratori meno istruiti, i più giovani, quelli con contratti a termine, le donne». Ma c’è spazio anche per una valutazione a largo raggio – «La congiuntura internazionale, come indicato dal Programma di stabilità, resta debole e incerta. Sul piano interno la crescita non tornerà fino al 2013» – e un cenno alla strategia ipotizzata dal Governo per la ripresa: «In futuro i proventi della lotta all’evasione fiscale dovranno essere utilizzati anche per ridurre le aliquote fiscali».
Spending review per tagliare le spese
Tra le ricette individuate dal Def 2012, uno sforzo per ridurre le spese correnti attraverso la cosiddetta “spendig review” per permettere il rientro del debito pubblico nel medio termine. «Il primo ambito di azione – si legge nella bozza presentata al Consiglio dei ministri dal premier in qualità di ministro dell’Economia, sarà quindi «il risanamento finanziario. Il debito pubblico ha raggiunto il livello più alto dagli inizi della crisi. È necessario gestire questa pesante eredità impostando un graduale, ma duraturo percorso di rientro. È una scelta obbligata per evitare al Paese di mettere a repentaglio la sua sicurezza economica, anche se a costo di sacrifici pesanti per i cittadini, le famiglie e le imprese».
Risolvere il nodo dei ritardati pagamenti Pa
Un ruolo importante è poi assegnato alla riforma del mercato del lavoro, quanto mai necessaria «per aiutare lavoratori e imprese ad affrontare una fase dura di riorganizzazione e di mutamento della specializzazione produttiva e per aggredire il problema drammatico della alta disoccupazione giovanile». La riforma, ricorda il Def, è destinata «riformare un mercato del lavoro segnato da ingiustizie e disfunzioni», che penalizzano in particolare di giovani e donne». Per le imprese italiane é poi «necessario affrontare il problema dei costi e dei volumi del credito, risolvendo anche il problema dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione».
ilsole24ore.com – 18 aprile 2012