Sarà dura, in ogni caso. Con la riforma del lavoro a regime, il Governo conta di fare del contratto a tempo indeterminato quello “prevalente” tra gli occupati.
ggi, però, la situazione è all’opposto, almeno per i giovani freschi di laurea. Secondo il primo osservatorio sulle professioni, presentato dallo Iulm di Milano e redatto in cooperazione con Fondazione Crui e Centromarca, l’82,6% delle assunzioni di neolaureati da parte delle imprese avviene infatti con un contratto di tipo temporaneo.
Preferite le lauree specialistiche
Lo studio, basato sulle risposte di 125 manager di aziende Centromarca ad un questionario distribuito nel febbraio scorso, permette di fare il punto sui criteri di selezione delle aziende, che di questi tempi reclutano preferibilmente giovani con laurea specialistica (82,6% dei casi), lasciando al margine le lauree triennali (10,9 per cento). Tra le facoltà di provenienza principali, a piacere sono soprattutto economia (91,3%), seguita da ingegneria (69,6%) e scienze delle comunicazioni (26,1%).
Indeterminato solo per pochi
Solo il 17,4% dei neolaureati ottiene subito un contratto a tempo indeterminato, mentre la maggioranza dei candidati deve scegliere tra contratti a progetto, di apprendistato e a tempo determinato. Dalle risposte dei manager è possibile anche individuare gli handicap più gravi dei nostri neolaureati a cominciare dalla conoscenza di una lingua straniera (inglese inadeguato quasi per tutti gli intervistati), mentre sono alte le conoscenze di informatica di base e dei nuovi media digitali. Nella scelta del posto di lavoro, per il 63% dei neolaureati é importante la possibilità di imparare, viaggiare e di avere tempo libero per sé, e il 45,7% mette l’accento sulla sicurezza del posto di lavoro.