Le osservazioni al pacchetto di riforma della giustizia saranno presentate entro questa sera. Poi domani mattina, alle 8,30, i rappresentanti dei partiti si riuniranno al ministero, in via Arenula.
Quindi nel tardo pomeriggio il Guardasigilli Paola Severino dovrebbe presentare l’emendamento al ddl anticorruzione alle commissioni congiunte Affari costituzionali e giustizia della Camera. Il ministro cerca di rispettare i tempi, ovvero la scadenza del 17 aprile già indicata per rispondere alle presidenze delle due commissioni di Montecitorio che hanno all’esame il ddl. Ma non sarà facile. Perché dopo l’accordo tra i tecnici, i partiti rivendicano pure un sigillo politico sulla riforma che richiederà una nuova riunione dei partiti di maggioranza.
Sull’agenda, formalizzata nei giorni scorsi, si stanno addensando molte tensioni. «Serve un supplemento di riflessione» avverte Italo Bocchino. Secondo il vicepresidente Fli, bisogna «fare molte di più nella lotta alla corruzione, è un’emergenza». Ma c’è anche una questione politica da risolvere. «Unire la corruzione con la responsabilità civile dei magistrati e le intercettazioni, per far contento il Pdl, è pericoloso e rischia di portare allo stallo». La presa di posizione di Bocchino ha sorpreso sia Pd che Pdl. Anche se Donatella Ferranti, capogruppo dei democrat in commissione giustizia alla Camera, puntualizza che «per noi la vera priorità è rappresentata dal pacchetto anticorruzione, il cui canovaccio, presentato dal ministro è assai diverso dal testo Alfa-no». Comunque, aggiunge, «non abbiamo dato il via a niente». Su un punto è assai precisa: sia la corruzione che le intercettazioni, che sono particolarmente sollecitate dal Pdl, «non sono temi inter-connessi, l’uno non pub influire sull’altro».
A sua volta, Roberto Rao, Udc, sostiene che si potranno fare cambiamenti in Parlamento, anche perché «il ministro Severino non ha mai detto prendere o lasciare. Ha sentito tutti i partiti e avanzato quelle proposte che rappresentano un punto di sintesi». Il Pdl è rimasto sorpreso dalle dichiarazioni di Bocchino. Enrico Costa, Pdl, capogruppo in commissione alla Camera, porterà «proposte migliorative, al fine di evitare che la formulazione delle norme, lasci troppo spazio alla discrezionalità dei giudici. Sono convinto poi che la corruzione tra privati debba essere punita a querela di parte e non d’ufficio». Sulle intercettazioni chiede che «l’udienza filtro possa funzionare davvero».
Anche i magistrati dell’Anm sono sul piede di guerra: hanno parecchi dubbi sulle responsabilità civile. Oggi pomeriggio una delegazione presieduta da Roberto Sabel-li, sarà ricevuta in via Arenula, dal Guardasigilli. Magistratura indipendente ha sollecitato una protesta dura, perché, spiega il segretario, Cosimo Ferri, «inasprendo l’azione di rivalsa dello Stato verso il magistrato, si mina l’autonomia e l’indipendenza». Ma anche Magistratura democratica, per bocca di Piergiorgio Morosini, è convinta che ci un «attacco all’indipendenza» delle toghe.
Repubblica – 16 aprile 2012