Due dei quaranta cavalli presentatisi al via – tra cui il favorito della vigilia Synchronised – sono infatti stati abbattuti in pista in seguito alle gravi lesioni subìte in altrettante cadute.
Drammatico epilogo del Grand National, la più appassionante e discussa corsa di galoppo del mondo che si disputa ogni anno all’ippodromo inglese di Aintree, vicino a Liverpool, su un tracciato di 7242 metri con 30 ostacoli alti anche due metri. Ben due dei quaranta cavalli presentatisi al via – il favorito della vigilia Synchronised e According to Pete – sono infatti stati abbattuti in pista in seguito alle gravi lesioni subìte in altrettante cadute. Molti altri cavalli, però, sono finiti a terra lungo il percorso insieme con i loro fantini, in una corsa a eliminazione che da anni scatena le proteste – in verità non del tutto immotivate – da parte delle associazioni animaliste. Nella storia del Grand National, nato addirittura nel 1839, sono oltre un’ottantina i purosangue deceduti in pista, 35 dei quali negli ultimi 40 anni. Una carneficina.
L’edizione 2012 è nata sotto i peggiori auspici. Già durante il riscaldamento dei cavalli in pista proprio Synchronised, eletto a indiscusso favorito dai bookmakers (alla quota di 7 contro 1), ha scodellato a terra il suo fantino, l’esperto Tony McCoy, ed è fuggito in libertà, forse presago del suo terribile destino. Inseguito e ripreso dagli addetti dell’ippodromo, Synchronised è stato riportato al passo sulla linea della partenza, dove un veterinario di servizio l’ha visitato e ha dato l’okay per il suo impiego in corsa. Nel frattempo McCoy si stava riprendendo dai postumi del ruzzolone e gli altri cavalli partecipanti passeggiavano nervosamente aspettando il ritorno del «ribelle» a più miti consigli. Forse sarebbe stato meglio dare il via alla corsa senza Synchronised, ma come giustificare poi la sua assenza nei confronti degli scommettitori (che non sarebbero stati rimborsati)? Il ruolo di primo favorito del Grand National ha sicuramente pesato nella scelta dei commissari di gara, così come l’okay del proprietario del cavallo da battere, che tra l’altro schierava in corsa altri tre suoi purosangue. Dopo almeno una ventina di minuti di ritardo, i 40 partecipanti si sono quindi schierati agli ordini dello starter, che però ha richiamato più volte la partenza, innervosendo ulteriormente alcuni dei più nevrili maratoneti delle siepi, ostacoli formati da fango e arbusti, alcuni con una riviera d’acqua subito dopo il salto a rendere ancora più insidioso il già infido percorso. Il boato dei 70 mila spettatori presenti sugli spalti (un altro mezzo miliardo di persone ha visto la gara davanti alle tv di 140 Paesi collegati da tutto il mondo) ha accompagnato la partenza. E dato il via alla mattanza.
Saranno state almeno una decina le cadute sui 30 terribili salti da affrontare. E in uno dei primi balzi è franato al suolo proprio Synchronised, peraltro cavallo espertissimo in corse del genere (aveva appena conquistato la Gold Cup di Cheltenham e cercava la clamorosa doppietta con il Grand National, che non riesce dal 1934). Evidentemente stanco per la lunga sgroppata fuori programma affrontata prima della partenza, il favorito della corsa è caduto quasi subito e ha subìto un grave infortunio, restando a terra. Tra l’altro il gruppo dei cavalli rimasti in gara, che poco dopo avrebbe dovuto affrontare nuovamente quell’ostacolo, è stato dirottato su un tracciato alternativo e ha dunque bypassato quella siepe. Sotto la quale i veterinari stavano cercando di salvare almeno la vita, se non la carriera, di Synchronised. Invano.
Il cavallo, a causa delle gravi fratture, è stato subito abbattuto, così come poco più tardi l’altro purosangue According to Pete, vittima di un’altra paurosa caduta. In una corsa tanto drammatica passa dunque in secondo piano il risultato della gara: vittoria al fotofinish, per meno di una narice, di Neptune Collonges (un grigio, il terzo cavallo con mantello chiaro a vincere nella storia di Aintree) davanti a Sunnyhillboy (compagno di scuderia di Synchronised), terzo posto per il controfavorito Seabass, montato da una fantina, Kathy Walsh, che ha così ottenuto il miglior risultato di un’amazzone al Grand National.
La stampa – 15 aprile 2012