Per il ministro la colpa della situazione dei lavoratori esadati è delle aziende perché li mandano a carico del sistema pensionistico e della collettività. La replica: colpa di chi ha cambiato le regole in corsa
«Sugli esodati abbiamo sentito molte cifre, che peraltro non sono state date ufficialmente dal ministero. Il ministero le ha date ieri a seguito di un lavoro tecnico che è abbastanza preciso. Sappiamo che ci sono persone che, per effetto di accordi che non erano ricompresi nella norma, rischieranno di trovarsi in questa situazione, e io ho promesso che mi impegnerò. Ma di nuovo non è che la norma possa contenere tutti quelli che rischiano di perdere il posto di lavoro in prossimitá della pensione». ha dichiarato il ministro del Welfare, Elsa Fornero, oggi a Reggio Calabria per partecipare a un convegno della Fondazione Bellisario su giovani e occupazione. «Gli esodati, di cui molto si parla in questi giorni, li creano le imprese, che li mandano fuori dal lavoro a carico del sistema pensionistico pubblico e, quindi, della collettività».
Andremo a casa se la riforma del lavoro non passa
«Questa è una riforma del lavoro per il Paese e non per compiacere sindacati, imprese o partite Iva», ha detto Elsa Fornero. «Finora abbiamo ricevuto critiche per “troppa incisività” o “troppo poca incisività”, ma su una cosa siamo decisi: andremo in Parlamento e se la riforma non dovesse passare andremo a casa».
Lavoriamo seriamente, ma non abbiamo la bacchetta magica
«L’unica risposta da dare alla crisi economica è quella di lavorare seriamente e il governo lo sta cercando di fare anche se non ha bacchette magiche». Così il ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, , ha risposto alle domande dei giornalisti sulla crisi economica che sta attraversando il Paese.
La riforma del lavoro non è intoccabile, ma ha un suo equilibrio
«Nessuno dice che la riforma così come è stata presentata è intoccabile ma io – ha rimarcato la Fornero facendo riferimento alla ridorma del lavoro – rivendico il fatto che questa riforma ha un suo equilibrio e una sua valenza generale perchè guarda a molti aspetti del mercato, non a uno soltanto, non solo alla possibilità di licenziare ma riguarda anche l’ingresso meno precario nel mondo del lavoro, dare qualcosa a chi il lavoro lo ha perso. Questa riforma la vediamo non come una rivoluzione ma come una riforma che ha contenuti molto equilibrati nelle sue diverse parti. Poi – ha detto infine il ministro – se c’è qualcuno che ha dei suggerimenti per migliorarla, non ci tireremo indietro. Una riforma così complessa non è intoccabile rispetto al modo in cui viene presentata».
Il contratto unico a tempo indeterminato è vicino a vendere illusioni
«Un solo contratto a tempo indeterminato è vicino a vendere illusioni», ha detto il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha replicato a una delle proposte emerse nel corso del convegno. L’altra provocazione era la maggiore possibilitá di licenziamento per i datori di lavoro. «Forse questa – ha commentato il ministro Fornero – sarebbe stata la vera rivoluzione, ma noi non abbiamo ragionato così». La titolare del ministero del Lavoro ha invitato a un uso corretto dell’apprendistato e difeso il contratto a tempo determinato. «Non è una categoria sbagliata, se un’azienda ne ha bisogno però deve pagare di più perchè la probabilitá che quella persona non trovi posto subito dopo è più alta».
Il ministro a Bonanni: siamo attenti all’interesse del Paese, non alle battute
«Le battute facili le lascio a quelli che ne hanno molte. Io non ne ho, sono piemontese e sono abituata a lavorare anche e a dispetto delle battute facili e magari sprezzanti che vengono fatte». Così Fornero, ha risposto alla battuta del segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che aveva detto che il governo nasconde la testa sotto la sabbia. «Fino a quando saremo al governo – ha proseguito il ministro- il nostro impegno sará quello di lavorare non per alcuni ma guardando all’interesse generale del Paese. Possibilmente per dargli un po’ di futuro».
Manca un censimento per applicare la patrimoniale
«Voglio ricordare che in Italia manca un censimento dei patrimoni», ha detto il ministro del lavoro. «Questa – ha aggiunto – è una ragione di difficoltà per applicare una patrimoniale».
ilsole24ore.com – 15 aprile 2012