Il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, è indagato per concorso in abuso d’ufficio per aver favorito la nomina di un primario.
Lo ha reso noto poco fa lo stesso Vendola che ha convocato una conferenza stampa d’urgenza.
“Questa mattina – ha detto – ho ricevuto dalle mani di alcuni finanzieri l’avviso di conclusione delle indagini su un filone d’inchiesta che riguarda il concorso per primario di chirurgia toracica nell’ospedale S. Paolo di Bari che è stato vinto dal professore Paolo Sardelli e mi si addebita di aver favorito la sua nomina. Questa accusa – ha precisato Vendola- nasce soltanto dalle dichiarazioni di Lea Cosentino (ex-direttore generale della Asl di Bari e coinvolta in altre inchieste sulla sanità in Puglia, ndr.).
Quest’ultima, ha spiegato il presidente della Regione Puglia, “asserisce che all’origine di questa mia veemente interferenza ci sarebbe la mia amicizia con il professor Paolo Sardelli, elemento questo che è stato già autorevolmente smentito nei mesi scorsi dal professor Sardelli che ho conosciuto per essere una vera promessa della scienza medica”. Ma “io – ha precisato Vendola – a questo concorso, come a tutti i concorsi, mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore. Chiunque, qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi, rari, relativamente ai concorsi sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore”, ha continuato Vendola. E nell’ambito di questa indagine – ha ribadito – “si appura che effettivamente il professor Sardelli era comunque il migliore. Cioè non viene messa in dubbio la qualità. Chi mi accusa? Mi accusa – ha proseguito Vendola – la dottoressa Cosentino sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessuna altra prova, nessuna altra documentazione. Mi accusa – ha detto ancora – una persona animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità”. “La dottoressa Cosentino – ha detto Vendola – è comprensibilmente animata da rancore nei miei confronti, tanto animata da rancore che ha fatto causa recentemente alla Regione chiedendo un risarcimento di tre milioni di euro”.
Il Fatto quotiodiano – 12 aprile 2012