«Chiedo in Regione al presidente della Commissione Sanità Padrin, che ha brindato con tanto di spumante per il via libera del nuovo piano sociosanitario, di spiegarmi dov’è finita l’integrazione sociosanitaria di cui il Veneto rappresentava, un modello. È un piano monco».
È il giudizio espresso dal deputato dell’Unione di centro Antonio De Poli sul nuovo piano sociosanitario.De Poli riconosce con soddisfazione «che è stata riconosciuta la specificità di Venezia così come è stata introdotta la salvaguardia delle aree a bassa densità abitativa, tra cui le zone montane del Bellunese e il Polesine. Sono risultati importanti – prosegue – perché, in questo modo, si garantisce il diritto alla salute a tutti i cittadini senza creare ingiuste distinzioni tra i servizi offerti a chi abita a Padova e chi, invece, abita in un piccolo centro montano del Bellunese. Attendiamo di leggere i dettagli delle singole schede ospedaliere ma ciò che è preoccupante è avere cancellato con un colpo di spugna l’integrazione sociosanitaria che, grazie alla legge regionale 55 del 1982, ha fatto sì che il Veneto diventasse un modello per dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini, in particolare di anziani, disabili, minori e persone non autosufficienti».
La Nuova Venezia – 11 aprile 2012