Padrin finanziato da Net (20 mila euro) e dalle case di cura. I diversi conti della Lega. Pipitone (IdV) denuncia 2.496 euro. Finozzi aiutato dalla Siram (perquisita), ma pure da una casa di cura Elena Donazzan sostenuta da un pastificio.
Un seggio in consiglio regionale «costa» da 13 a 42 mila euro. In spese elettorali, saldate dai finanziamenti di partito o dagli assegni di amici e aziende. I 13 padovani approdati in Regione grazie al voto del 2010 sono «radiografati» dalle dichiarazioni sul loro onore. Tanto basta.
Gli estremi. A Piergiorgio Cortelazzo (Pdl nel listino di Zaia) sono bastati 13 euro e 40 cent dei 100 a disposizione. L’assessore leghista all’ambiente Maurizio Conte ne ha dovuti spendere 42 mila 635 ma poteva contare sui contributi: 10 mila da Sgi Studio Galli Ingegneria; 3 mila da Sira Srl; 1.500 da Nord Tecnica Srl.
Una pagina. E’ la stringata autocertificazione di Antonino Pipitone (IdV) che con 2.496 euro ha liquidato la sua campagna elettorale.
Presidenti. Hanno in comune non solo il Pdl Clodovaldo Ruffato e Leonardo Padrin. Il presidente del consiglio regionale (41.536,28 di spesa) dichiara 20 mila euro di contributi da Net Engineering Spa di Monselice; 2.500 da Costruzioni Lovato Srl; 2 mila da Immobiliare Euro 2000 Srl. Il presidente della Commissione Sanità (40.315,30 di uscite) ha ottenuto 20 mila euro da Net Engineering; 5 mila dalla casa di cura Villa Maria e da quella di Abano (dove Indivia Srl gestisce il bar interno), da Devizia Transfert Spa e da Sidem; 3 mila dall’associazione Foresta; 2 mila da Hospital Engineering Srl; 500 da Beta Service Sas. Mandataria elettorale Anna Ciardullo, avvocato, confermata nel CdA dell’Ira dal sindaco Zanonato.
Vice. A Marino Zorzato, invece, sono bastati 6.539,39 euro per guidare la delegazione Pdl nella giunta Zaia.
Leghisti. Arianna Lazzarini (36.826,22 di spese)si è autofinanziata la campagna elettorale, mentre Santino Bozza (19.335,51) lo ha fatto con 7.400 euro più i 7.800 ottenuti dal deputato Paola Goisis.
Democratici. E’ arrivato in Regione spendendo 28.261,89 euro di “campagna” l’ex vice sindaco Claudio Sinigaglia. Ne sono serviti 34.395,10 (stanziati dal Pd di Padova, dall’associazione “Io ci credo” e dagli elettori) all’ex assessore Mauro Bortoli. L’ex deputato Piero Ruzzante ne dichiara 15.647,51 grazie a sostenitori in contanti, assegno o bonifico bancario: 500 Luigi Loreggian, 2.000 Luciano Altichieri, 300 a testa Giovanni Ventura e Leopoldo Noventa, 1.000 a testa l’ad di AcegasAps Cesare Pillon, Stefano Bonomo, il senatore Paolo Giaretta e il presidente di Aps Holding Amedeo Levorato, 200 Elisabetta Fava e 100 Luca Savastano. Più l’auto-versamento di 2.500 euro in contanti.
Udc. Diversa la consistenza degli «investimenti» anche nel partito di Casini. Raffaele Grazia, padovano eletto a Vicenza, dichiara spese elettorali per complessivi 41.919,27 euro e il contributo di 2 mila euro da parte di Mu.Bre Costruzioni. Stefano Peraro ha chiuso la campagna elettorale del 2010 con uscite pari a 26.475,71 euro. Ex assessore della giunta Conte a palazzo Tortorini, l’esponente dell’Udc ha dichiarato di aver ottenuto 5 mila euro di contributi da Net Enrineering Spa attraverso un bonifico bancario.
Sfidanti. Giuseppe Bortolussi, leader del centrosinistra, ha chiuso in attivo (1.027,96) il bilancio economico delle Regionali 2010 (25.576,72 di spese). Il leghista di Marca Luca Zaia ha trionfato nelle urne e governa il Veneto senza aver speso nemmeno un cent.
PROPAGANDA. La bufera giudiziaria sul Carroccio riapre la questione finanziamenti e rimborsi. Finozzi aiutato dalla Siram (perquisita), ma pure da una casa di cura Elena Donazzan sostenuta da un pastificio. E Toniolo da Galvanin
Tornano di grande attualità le spese sostenute per la propaganda elettorale. La bufera giudiziaria che ha investito il Carroccio sull’uso, tra le altre cose, del finanziamento pubblico ai partiti usato per foraggiare le spese private della “Family” del fondatore della Lega Nord Umberto Bossi, porta a rivangare il bollettino ufficiale della Regione Veneto datato 22 ottobre 2010 per scorrere come i nostri candidati al Consiglio si son pagati la corsa alle regionali. Esso contiene le “dichiarazioni dei consiglieri concernenti le spese sostenute e le obbligazioni assunte per la propaganda elettorale”. Nel plico di 308 pagine appaiono i rendiconti dei 60 consiglieri veneti eletti il 28 e 29 marzo 2010 relativi a entrate e uscite della campagna elettorale.
CASO SIRAM. C’è naturalmente anche quello dell’assessore leghista al Turismo, il vicentino Marino Finozzi, che ha ricevuto un aiuto elettorale di 10 mila euro dalla Siram spa. Tutto certificato, tutto in regola: i contributi per le spese elettorali sono ammessi, l’importante è che vengano dichiarati. Peccato che la Siram, multinazionale di Milano che si occupa di energie rinnovabili e servizi ambientali, sia stata perquisita dalla Guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta sul tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito e l’imprenditore veneto Stefano Bonet, accusati di appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. E il quanto meno “particolare” contributo a Finozzi («Forse – ha detto lui – non ho avuto l’accortezza di controllare per quale motivo venissero concessi tanti soldi, ma non ho mai avuto contatti con questa azienda») riapre la questione dei rimborsi elettorali, come avanzato in una proposta di legge dal senatore veneziano del Pd Marco Stradiotto dopo lo scoppio del caso Lusi, tesoriere della Margherita, che ha messo nelle peste anche il centro-sinistra e in particolare la Margherita. Ebbene, Stradiotto chiede trasparenza ad ogni singolo candidato, anche sui soldi che arrivano dai partiti. «Il Pd – ha detto per esempio il senatore – all’epoca ha scritto le spese sostenute per il candidato a governatore Bortolussi. Zaia no». ZAIA. E allora partiamo dal governatore attuale: nel rendiconto appaiono zero contributi ricevuti e zero spese sostenute. Luca Zaia in realtà ha spiegato di aver chiesto a Bossi di essere sostenuto dal partito in tutte le spese elettorali: «Metà cifra – ha detto – è arrivata da via Bellerio, metà dai consiglieri». La Lega Nord non ha mai reso noto la cifra.
LEGHISTI. Tra i vicentini lo sguardo va al rendiconto di Marino Finozzi: figurano spese per 43.079,22 euro ed entrate per 56.800 euro. Tra le entrate ci sono contributi di singoli sostenitori per 8.500 euro (Francesco Sartori 500, Mauro Tanpani-Elisa Doria 500, Alberto Vaccari 2.500, Andrea Camporese 2.000, Giovanni Masello 3.000). Più altri 48.300 euro da società e aziende: oltre alla Siram, figurano Casa di cura Villa Maria 5.000, BR Pneumatici Sal 1.000, SAIV spa 10.000, Farmacia Dott.ssa Bona 1.000, Impresa Costruzioni Giuseppe Maltauro spa 6.000, Studio Altieri Sal 10.000, Costruzioni Miotti spa 5.000, Studio 28 – Gino Carollo srl 300 euro. L’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti ha dichiarato entrate per 40 mila euro (ha speso meno di 36 mila euro) così divise: auto-contributo di 30 mila euro e 10 mila euro dalla società Pace srl. Il bassanese Nicola Finco dichiara entrate per 35.750 euro di cui 33.250 contributo del candidato e 2.500 da Luciano Todaro. Ha speso 29.443.19 euro
PDL. L’assessore Elena Donazzan denuncia 55.900 euro di entrate tra contributi di persone fisiche (22.900, non figurano nomi e cognomi) e 33 mila euro da società: A&G snc di Belluscio Alessandro 5.000, Global Display Solution Spa 3.000, Pasta Zara Spa 10.000, Unicomm srl 5.000, Steda Spa 10.000. Dichiara di aver speso 43.504,62. Nel rendiconto del presidente della commissione Bilancio Costantino Toniolo figurano 35.572 di entrate (e 33.887,09 uscite): 27.500 da persone fisiche tutte con nome e cognome (il bonifico più cospicuo di Nereo Galvanin, 15 mila euro) e 7.500 euro dal Comitato Toniolo per il Veneto.
PD E UDC. Lo scledense Giuseppe Berlato Sella dichiara 13.900 euro dalla riga partito/lista/gruppo di candidati (non figurano nomi) e 29.513,43 di spese. L’altro Pd, l’arzignanese Stefano Fracasso dichiara 24.870 euro di finanziamenti, di cui mille euro dal Pd di Vicenza, il resto da persone fisiche: gli importi maggiori da Davide Cadore (3 bonifici, 3.470 euro), Gianfranco Signorin (4 bonifici, 8.600 euro), Antonio Faggionato/Maria Nogarole (mille euro), Marcello Benincà (mille euro) Paolo Marzotto (assegno bancario 5.000 euro), Egidio Pasetto (2 versamenti contante 2.600 euro). Ha speso 25.272 euro.
L’Udc Raffaele Grazia denuncia 41.970 euro tra persone fisiche (32.970, non indicati i soggetti), servizi (7.000) e società (Mu.Bre srl duemila euro). Ha speso 41.919,17 euro.
Il Mattino di Padova e Il Giornale di Vicenza- 10 aprile 2012